Qualcuno a Montecitorio ha avuto un sussulto di dignità oppure forse avrà pensato che a pochi giorni dal referendum costituzionale non era il caso di aggravare un clima già pesante. Fatto sta che la commissione Bilancio della Camera, per decisione del relatore Mauro Guerra, Partito democratico, ha respinto l’emendamento al disegno di legge di Bilancio che pretendeva di far controllare il pagamento del bollo auto dalle officine durante la revisione obbligatoria, bloccando la circolazione del veicolo in caso d’irregolarità. Quell’emendamento arrivava dallo stesso partito, il PD, ed era firmato da Franco Ribaudo.
E’ una fortuna che da quelle parti qualcuno usi ancora il buon senso, dopo i timori sollevati in seguito alla precedente approvazione di quell’emendamento da parte della commissione Finanze (sono due le commissioni a cui è affidato l’esame di questo ddl). A naso il pericolo dovrebbe essere scampato. Ma non si può escludere un nuovo tentativo di far passare l’emendamento direttamente in aula, dove potrebbe accadere nuovamente di tutto. Speriamo in bene.
Quello scellerato emendamento voleva imporre agli uffici del dipartimento Trasporti (cioè la motorizzazione) e alle officine autorizzate per la revisione di controllare se il veicolo è in regola col bollo e che non sia sottoposto a fermo amministrativo. Se l’auto non è in regola, viene sequestrato il libretto fino al pagamento. E’ assolutamente fuori da ogni logica e correttezza che siano le officine a farsi carico di questa incombenza.
Che un soggetto privato, l’officina, venga dotato di poteri di controllo fiscale che sono una prerogativa della pubblica amministrazione è un’idea che prende a calci qualunque senso di giustizia e qualunque idea di diritto; del resto sono elementi che non sono mai stati abbondanti in questo partito, salvo servirsene come elemento di propaganda quando il potere era detenuto dagli avversari. Il bollo auto è una tassa il cui gettito va nei bilanci delle regioni. Allora è dovere delle sole regioni provvedere al controllo. Il personale stipendiato non manca loro. Che si mettano a lavorare, a cominciare dai dirigenti superpagati. Da noi.
In secondo luogo, lo immaginate il meccanico che si trasforma in esattore? Con quali mezzi? E perché poi? Se una Regione con i suoi mezzi e i suoi poteri non è in grado di sapere chi paga il bollo e chi non lo paga, come può farlo l’officina? Dovrebbe assumere del personale apposito? Pagato da chi? Dalla Regione? Ripetiamo, basterebbe far lavorare chi prende già lo stipendio. O ancora peggio, paga tutto l’officina? Così una revisione non costa più 65 euro ma 650? Un passaggio di proprietà ogni due anni?
Senza contare la mostruosità di una tassa di possesso che diventa contemporaneamente una tassa di circolazione. Il cui primo controllo avviene quattro anni dopo l’acquisto. E i cui costi supplementari vengono sostenuti anche da chi ha sempre pagato la tassa.
Ci avete proprio stancato. Un appello a tutti gli automobilisti come noi: ad ogni tipo di voto, nazionale o locale, elezione o referendum, ricordatevi sempre nome, cognome e partito dei nemici di chi usa l’automobile. Di questi incapaci buoni solo a strangolarci e torturarci. Puniamoli nell’urna elettorale. Non abbiamo altra difesa.
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