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Categories: Cronaca

Bologna: l’emergenza migranti è un ‘cane che si morde la coda’

Binario 8 della Stazione di Bologna, da mesi ormai ogni giorno sempre la stessa, triste scena: i migranti vengono tirati giù dai vagoni dei treni dalla polizia, che blocca anche chi stava per salire a bordo nonostante abbiano un regolare biglietto e qualcuno che li aspetta a casa. Un ennesimo caso di “blocco migranti”, persone che per fuggire a condizioni disperate viaggiano verso Austria, Germania e Nord Europa e che spesso trovano qui, a Bologna, il loro capolinea.

La polizia ha ricevuto ordine di fermare le migliaia di persone che si muovono verso le frontiere, secondo quanto espresso dalla Polfer, la Polizia Ferroviaria che segue le direttive del Ministero dell’Interno. Lo scopo sarebbe quello di evitare disordini come quelli che si sono verificati in Ungheria, ma a quanto pare le nostre Forze dell’Ordine sono stanche di tentare di arginare un fiume che oramai è già in piena. Stiamo parlando di circa 25/50 persone al giorno da “sfollare” dai vagoni ferroviari, che vanno identificate e suddivise in clandestini e non, per poi essere scortate in stazioni di stallo ed eventualmente rimpatriati, mentre qualora si trattasse di profughi, la polizia è tenuta a indirizzarli ad ottenere un particolare riconoscimento e usufruire dei loro diritti.

La protesta del Sindacato dei poliziotti

Secondo il Siulp, il Sindacato italiano dei lavoratori nella Polizia di Stato, i migranti che viaggiano in treno sono ben consapevoli degli accordi internazionali in materia di richieste di asilo politico e cercano di ostacolare le procedure di identificazione per evitare di incappare nel regolamento di Dublino al fine di raggiungere la propria meta, che nella maggior parte dei casi coincide con la parola “famiglia”.

Molti di loro riescono a sfuggire ai controlli, risalendo su altri treni e vanificando gli sforzi delle Forze dell’Ordine. La situazione comincia a farsi insostenibile e le lamentele dei poliziotti sembrano più che fondate: stanchi degli insostenibili carichi di lavoro, soprattutto quando i loro sacrifici non vengono ripagati ma sembrano vani, vivono una routine che sarebbe invece dovuta essere una forma d’intervento di emergenza. Per questo e per tante altre ragioni che riguardano anche le normali attività di contrasto all’illegalità presso la Stazione di Bologna, il Siulp chiede un intervento del Governo e del Ministero, non si escludono altre forme di protesta.

Cecilia Casadei

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