L’ex presidente del brasile Jair Bolsonaro è stato condannato dalla Corte elettorale superiore, o TSE, durante la quarta sessione del processo a suo carico. Le autorità hanno deciso che sarà ineleggibile per otto anni ed è stato quindi privato della possibilità di assumere cariche pubbliche fino al 2030.
La condotta adottata durante le ultime elezioni presidenziali dal leader della destra brasiliana ha portato la maggioranza membri della Corte a giudicare colpevole Bolsonaro. Oltre all’accusa di aver interferito con le elezioni a livello mediatico condividendo appositamente informazioni forvianti agli elettori è anche stato accusato di abuso di potere politico. La vicenda, che ha travolto l’ex presidente brasiliano, ha segnato un momento molto delicato e preoccupante per la Nazione, che ha mostrato i sostenitori di Bolsonaro rivoltarsi contro le autorità e tentare di rovesciare il voto che ha portato alla vittoria l’attuale presidente del Brasile Lula.
Il fulcro della questione però è da attribuire a un incontro che Bolsonaro ha organizzato con diversi ambasciatori di Paesi esteri e con funzionari governativi brasiliani dove ha riferito che il sistema di voto brasiliani era stato truccato e che sarebbero state attuate sicuramente frodi . Il Brasile aveva già vissuto un periodo molto difficoltoso e fatto di rivolte popolari già prima che avessero luogo le elezioni, durante la campagna elettorale e tutto fomentato da un clima politico che invitava alla ribellione.
L’ex presidente del Brasile Bolsonaro è stato sottoposto a un processo a causa della condotta adottata durante il periodo delle elezioni presidenziali dove è stato accusato di aver abusato del potere politico e di aver manipolato i media per condividere idee atte a plagiare i cittadini.
L’ex capo di Stato ha cercato con diversi mezzi e utilizzando, anche, funzionari governativi e media statali di convincere che il sistema di voto era corrotto e che i risultati non corrispondevano alla realtà
Ha cercato, sia prima che dopo il voto finale, di portare il popolo a suo favore ma anche di convincere le autorità internazionali che il voto era truccato e non attendibile.
Il caso si è concentrato su un episodio avvenuto il 18 luglio 2022 quando Bolsonaro ha organizzato un incontro presso il palazzo presidenziale a Brasilia, dove ha dichiarato agli ambasciatori stranieri chiamati appositamente per affrontare il tema elettorale, che il sistema di voto era stato truccato. Oltre a ciò ha utilizzato l’emittente televisiva statale per diffondere la notizia a livello nazionale.
Dopo queste azioni compiute dall’ex presidente brasiliano, sono state condivise dai media e da esponenti politici molte teorie e ipotesi e in molti hanno associato il percorso intrapreso da Bolsonaro a quello dell’ex capo di Stato Usa Trump. Le similitudini notate dagli analisti e esperti si riferivano alla campagna pre elettorale impostata appositamente per screditare il sistema elettorale, in previsione di un’ipotetica sconfitta contro lo sfidante Lula.
Dopo la sua sconfitta il leader ha invece continuato a sostenere che il risultato non fosse veritiero. A seguito della vittoria del nuovo presidente, Bolsonaro ha deciso di lasciare il Brasile per recarsi negli Usa. Una scelta ritenuta fuori luogo, dato che non ha presenziato alla cerimonia del passaggio del potere al suo successore.
L’8 di gennaio migliaia di manifestanti pro Bolsonaro hanno deciso di assaltare le istituzioni brasiliane per tentare di ribaltare il risultato elettorale. In questo scenario sono stati implicati anche diversi funzionari e esponenti delle forze dell’ordine che hanno appoggiato e supportato il presidente uscente.
La Corte elettorale superiore ha votato, nella giornata del 30 giugno, durante la quarta sessione del processo a Bolsonaro e cinque membri si sono pronunciati a favore della condanna contro due che si sono invece pronunciati in favore della sua assoluzione.
Questa decisione è stata presa dopo aver accertato che Bolsonaro ha abusato del suo potere politico e plagiato i media per scopi elettorali, fornendo informazioni non correlate da alcuna prova.
La condanna esclude Bolsonaro dalla possibilità di assumere cariche pubbliche e lo definisce ineleggibile fino al 2030. Un duro colpo per il leader della destra brasiliana che ha già fatto emergere la volontà di impugnare la sentenza davanti alla Corte Suprema.
Ha dichiarato di non aver agito contro il sistema elettorale e di non aver influenzato il voto se non con mezzi ammessi. Ha respinto ogni accusa e ha sottolineato che la sentenza è una pugnalata alle spalle e ha mostrato un sistema che a suo avviso non funziona come dovrebbe.
Il ministro della Giustizia del Brasile ha dichiarato il suo pensiero pubblicamente e ha affermato: “Alcuni messaggi importanti vengono dal processo TSE: mentire non è uno strumento legittimo per esercitare una funzione pubblica e la politica non è governata dalla legge della giungla”.”La democrazia ha superato il test di stress più duro degli ultimi decenni”.
Diversi esperti di politica hanno affermato che Bolsonaro è ben consapevole che questa condanna lo esclude in via definitiva dalla possibilità futura di essere nuovamente presidente.
Carlos Melo, professore di scienze politiche all’università di San Paolo ha dichiarato all’AssociatedPress che: “Dopo questo, cercherà di restare fuori di prigione, eleggerà alcuni dei suoi alleati per mantenere il suo capitale politico, ma è molto improbabile che possa mai tornare alla presidenza”.
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