Il raid U.S.A. in Siria ha coinvolto la regione nord-orientale del Paese ed è stata effettuata per proteggere i militari a stelle e strisce dalle incursioni di gruppi antagonisti finanziati dall’Iran.
La notifica dell’attacco è giunta per bocca del Direttore della Comunicazione del Comando Centrale degli Stati Uniti, il colonnello Joe Buccino, che ha sottolineato come l’offensiva sia stata effettuata secondo le direttive del presidente Joe Biden.
Si mantiene incandescente e fortemente instabile la situazione in Siria dove si sovrappongono gli interessi di varie potenze regionali ed internazionali. Due delle più attive recentemente sono di certo gli Stati Uniti e l’Iran che si sono indirettamente fronteggiati negli scorsi giorni.
Dopo l’attacco ad una base U.S.A. nel Sud dello stato mediorientale, eseguito da milizie private e gruppi terroristici finanziati e sostenuti da Teheran, Washington ha risposto con i bombardamenti della provincia di Deir ez-Zor, nel Nord-Est del Paese.
Teoricamente la controffensiva americana è stata svolta al fine di salvaguardare i militari statunitensi sul posto, inibendo qualsiasi volontà o possibilità di attentato da parte dei suddetti gruppi affiliati alla Repubblica Islamica iraniana.
Lo stesso comando U.S.A. si è premurato di rimarcare come gli Stati Uniti non vogliano un riaccendersi del conflitto in Siria, che il loro solo obiettivo sia la totale sconfitta dello Stato Islamico (ISIS) e come il raid qui in esame sia finalizzato a minimizzare il rischio di vittime e di una escalation bellica.
La versione a stelle e strisce non convince naturalmente l’Iran, che attraverso il proprio portavoce al Ministero degli Esteri bolla come “aggressione” l’iniziativa di Washington.
Secondo Teheran gli Stati Uniti starebbero occupando illegalmente uno stato sovrano ed indipendente, di conseguenza le loro azioni sarebbero etichettabili come atti terroristici rivolti contro autonomi gruppi locali anti-occupazione.
Parimenti scontata è giunta quindi la smentita di qualsiasi collegamento tra le milizie responsabili dell’attacco alla base U.S.A. nel Sud della Siria e lo stesso Iran, nonostante sia noto come la Repubblica Islamica finanzi gruppi militari sciiti al fine di espandere la propria influenza in quello che era l’ex bacino dell’Impero Persiano.
In tal senso il caso più conosciuto è probabilmente quello di Hezbollah: una formazione paramilitare sciita presente in Libano la quale, incidentalmente, ha preso anche parte alla stessa guerra civile siriana, supportando il filo-sciita presidente Bashar al-Assad contro le forze di ispirazione sunnita dello Stato Islamico.
In questo gioco di botta e risposta, tanto verbale quanto bellico, ciò che resta immutato è la Siria, uno stato conteso da tutti ma governato da nessuno.
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