Terza notte di bombardamenti nella capitale ucraina, da quanto riportato dal sindaco della città c’è un morto e diversi feriti. L’allarme antiaereo è tornato a suonare su tutta la nazione ucraina.
Zelensky è soddisfatto dei nuovi aiuti militari ottenuti e della possibilità di entrare a far parte della Nato quando in Ucraina ci sarà la pace, non è però disposto a concordare un compromesso con Putin per lasciargli alcuni territori.
Questa notte, poco dopo la mezzanotte, è tornato a suonare l’allarme aereo su tutta la nazione ucraina e anche sulla capitale di Kiev.
Secondo quanto riportato dalle forze ucraine i russi hanno attaccato con missili da crociera russi Kalibr spingendosi in direzione della regione Cherkasy che si trova al centro della nazione.
Le altre regioni interessate dall’attacco sono Mykolaiv, Kherson, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Kirovohrad.
Vitali Klitschko, sindaco di Kiev, ha diffuso su Telegram la notizia che a causa dell’attacco nella Capitale c’è stata una vittima e sono diversi i feriti. È la terza notte consecutiva che Kiev viene attaccata.
Un generale russo di alto profilo al comando delle forze russe, che stanno operando nella zona meridionale dell’Ucraina, ha recentemente dichiarato di essere stato licenziato e di essere stato accusato dal Ministero della Difesa di Mosca di aver tradito i suoi soldati non dando un sostegno sufficiente.
Ivan Popov è il nome del generale che guidava la 58a armata di armi combinate che è stata particolarmente coinvolta nel conflitto all’interno della regione di Zaporizhzhia, è stato anche uno degli ufficiali più anziani coinvolti nel conflitto ucraino.
Un avvenimento simile, secondo gli analisti, non ha precedenti nella storia militare russa.
Zelensky ha scritto sul suo Telegram in seguito a quanto avvenuto durante il vertice della Nato, che si è svolto l’11 e il 12 luglio. Per il presidente ucraino, l’Ucraina torna a casa con un ottimo risultato e un buon rafforzamento di armi.
Per Zelensky ora l’Ucraina ha una base di sicurezza e ha intrapreso il suo cammino verso la Nato. I russi, per il presidente ucraino, da sempre hanno voluto avere un “recinto” davanti alla loro nazione che li separasse dalla Nato.
Con la possibile e reale adesione all’Ucraina questa antica concezione viene messa da parte.
A seguito del vertice Nato c’è stata una conferenza stampa congiunta che ha visto partecipare il presidente ucraino, Zelensky, e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
Quest’ultimo ha affermato che non vede l’ora che Ucraina e Stati Uniti si possano incontrare come alleati, per il momento il più grande rischio per la nazione ucraina è che la Russia possa vincere il conflitto.
Per Stoltenberg, l’Ucraina ha il diritto di poter scegliere quale strada percorrere. Ha poi ribadito che ovviamente le garanzie, i documenti e tutto il resto è importante ma al momento ciò di cui ha realmente bisogno l’Ucraina sono le armi sufficienti per rafforzare il suo esercito.
Zelensky è sicuramente rimasto deluso dall’assenza di un programma dettagliato che permettesse di capire qual è il processo di adesione dell’Ucraina alla Nato, più volte nei giorni scorsi aveva richiesto garanzie per la sua adesione.
Nonostante questo però si è mostrato conciliante con le dichiarazioni rilasciate dal segretario generale della Nato e ha affermato: “La Nato ha bisogno di noi proprio come noi abbiamo bisogno della Nato”.
Si è mostrato poi sereno della semplificazione del processo di adesione che avverrà quando sul suolo ucraino ci sarà la pace, e si è mostrato soddisfatto per i nuovi aiuti militari previsti per la sua nazione.
Ukrainska Pravda ha riportato la notizia che Zelensky ha escluso la possibilità di arrivare ad un compromesso che comporti dei negoziati con i russi per i territori, anche se questo permetterebbe la fine del conflitto e l’adesione alla Nato.
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