Fare un bonifico al figlio, inserendo una causale in particolare, potrebbe destare dei sospetti al Fisco. Vediamo perché e come evitarlo.
Quando si fa un bonifico al figlio spesso ci si interroga su quale causale inserire. Di seguito qualche delucidazione.
Fare un bonifico al proprio figlio dovrebbe essere un’operazione normale. Eppure, molti non sanno che causale inserire. Tutti non sanno che, inserendo alcune causali, si può destare qualche sospetto nel fisco che potrebbe essere tentato di fare qualche controllo che, in ogni caso, sarebbe meglio evitare.
Un bonifico al figlio potrebbe servire per svariate ragioni. Basti pensare, ad esempio, al caso in cui il ragazzo sia andato a vivere fuori per motivi di lavoro o universitari. In questo caso, per accorciare i tempi, potrebbe essere necessario inviargli del denaro per aiutarlo con le spese, attraverso bonifico.
Il bonifico può essere effettuato tra conti bancari dello stesso istituto o di istituti diversi, sia a livello nazionale che internazionale. Il bonifico è uno dei metodi di pagamento più comuni e convenienti, in quanto consente di effettuare trasferimenti di denaro in modo rapido e sicuro, senza la necessità di utilizzare contanti o assegni.
Un altro motivo, potrebbe essere quello di voler fare al proprio figlio un regalo, ad esempio di matrimonio. Di seguito approfondiremo che tipo di causali inserire.
Uno dei problemi potrebbe essere la necessità di pagare le tasse sulle donazioni. Se il bonifico è considerato una donazione, potrebbe essere necessario pagare le tasse sulle donazioni, a meno che non ci sia un’eccezione per la donazione tra genitori e figli nel paese in cui si vive. In ogni caso, sarebbe importante consultare un professionista fiscale per sapere quali sono le norme fiscali in vigore.
Per questo motivo, se il bonifico dovesse essere fatto nei confronti dei propri figli per aiutarli nell’acquisto di una casa, il bonifico viene considerato come una donazione indiretta. Quando si verifica una donazione, infatti, il denaro non dovrebbe essere soggetto a tasse.
Ci sono, però, delle eccezioni come quella relativa alle donazioni elevate che superano il milione di euro. Lì le tasse saranno dal quattro per cento in su.
Se, invece, i soldi vengono dati in contanti, qui subentrano altre limitazioni: sussiste, infatti, il limite di 1.999,99€, che era in vigore fino al 31.12.2022. Un tetto massimo che, nel corso di quest’anno, potrebbe scendere a 999,99€ nel 2023.
Se la donazione dovesse essere molto elevata, potrebbe essere necessario un passaggio dal notaio, alla presenza di due testimoni.
Per quanto riguarda la causale, questa dovrebbe essere sempre inserita anche se non ci sono delle regole fisse per la dicitura perfetta.
La cosa migliore è quella di inserire sempre la motivazione esatta e veritiera affinché avviene il passaggio di denaro. Che sia un atto di generosità oppure un aiuto economico, un prestito, è sempre necessario inserirlo.
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