Una categoria in particolare di persone deve restituire il bonus 200 euro entro e non oltre questa data e con queste modalità.
Il bonus 200 euro è stato un aiuto con erogazione di soldi sul conto corrente, come da volere del Governo Draghi durante il periodo della pandemia e del lockdown. La distribuzione è avvenuta seguendo determinati criteri e a seconda delle categorie, tanto che poi man mano sono stati coperti tutti i lavoratori pubblici e privati. Il nodo che emerge in queste ore è la richiesta di restituzione del bonus 200 euro per delle categorie in particolare.
Bonus 200 euro: chi deve restituirlo?
Il bonus 200 euro è stato distribuito in scaglioni dopo che il Governo Draghi ha confermato questo aiuto. Oggi la notizia appresa da una determinata categorie di persone non è per nulla positiva: è infatti richiesta la restituzione a rate, con un importo pari a 25 euro presi direttamente dallo stipendio.
Ci sono categorie che dovranno quindi fare un passo indietro e quei soldi appena percepiti, restituirli seppur rate nel tempo con cifre basse. Si tratta dei lavoratori dipendenti con reddito annuo che non supera i 35 mila euro lordi.
Gli insegnanti – che fanno parte di questa categoria – hanno appena percepito gli arretrati inerenti al contratto scaduto e ora si ritrovano a dover ridare indietro questi soldi.
I lavoratori scolastici con reddito annuo al di sotto della cifra sopra menzionata sono circa 100.000 e dovranno restituire il bonus. I sindacati non hanno mai giudicato positivamente l’aiuto in soldi da parte del Governo, ora meno che mai considerata la situazione attuale.
Una situazione di questo tipo è anche per tutti i dipendenti pubblici che si trovano a restituire il Bonus Renzi, percepito in busta a febbraio. Secondo quanto emerge dalle testate di economia e finanza, NoiPa avrebbe erogato il bonus ad una parte di persone che non avevano il diritto di riceverlo e con redditi superiori a 15.000 euro. La somma dovrà essere quindi restituita seppur con piccole rate mensili.
Restituzione bonus economici: quali sono i fattori?
Come accennato, si tratta di un totale di circa 100.000 persone – docenti nella maggior parte – che si vedranno decurtare dallo stipendio la somma di 25 euro al mese per la restituzione del bonus da 200 euro.
Lo scaglione di riferimento è stato superato, perché all’interno di questi stipendi è compreso anche l’aumento come da contratto e poi gli arretrati non percepiti degli anni precedenti. Ne consegue un aumento del reddito e quindi la richiesta di restituzione del bonus.
Sindacati ed esperti sono ora in prima linea per cercare di cambiare le cose nel futuro, proprio perché chi ha percepito questo bonus non poteva essere a conoscenza delle varie regole interne. Ovviamente, come accennato non verrà richiesta una restituzione completa e immediata ma a rate, con piccole somme mensili sino a coprire l’intera quota.
La notizia ha sconcertato i lavoratori dipendenti pubblici.