L’agevolazione, inserita all’interno di uno dei numerosi emendamenti appartenenti alla legge di bilancio del 2023, non ha trovato spazio.
Una proposta avanzata da Michela Vittoria Brambilla secondo la quale era prevista un’agevolazioni di 150 euro all’anno però ogni animale domestico fino ad un massimo di tre bonus e quindi tre animali.
Il bonus animali domestici 2023 ha ricevuto un secco “No”.
Non ci sarà nessun assegno per coloro che possiedono cani, gatti oppure altri tipi di animali da compagnia.
Il bonus che era stato proposto da Michela Vittoria Brambilla, consisteva in una cifra di 150 euro all’anno.
Una misura dedicata a tutti gli animali d’affezione per un numero non oltre i tre per tutte quelle famiglie che avevano scelto di adottarne uno e che lo avevano registrato regolarmente.
Era stato previsto anche un limite ISEE il quale non doveva superare i 15.000 euro.
In particolar modo, nel caso in cui nel nucleo familiare ci fosse stato un reddito inferiore a 7.000 euro, in base a ciò che affermava l’emendamento, l’assegno sarebbe stato raddoppiato anche se non poteva andare oltre i 900 euro all’anno.
Oltre al bonus animali domestici, Michela Vittoria Brambilla aveva avanzato anche delle altre proposte nel pacchetto di emendamenti presente nella legge di bilancio.
Tra le varie misure infatti comparivano anche la diminuzione dell’IVA sul cibo dedicato agli animali insieme alle cure veterinarie.
Brambilla aveva proposto anche di rifinanziare il fondo per la lotta al randagismo facendo una particolare attenzione alla Sicilia e tutte le altre regioni del sud Italia.
Michela Vittoria Brambilla inoltre aveva avanzato l’idea di rifinanziare le risorse riguardo alla transizione per gli allevamenti senza gabbie insieme al voler tutelare tutti gli animali selvatici.
Purtroppo però, da una parte la misura è stata rifiutata, mentre dall’altra gli abbandoni continuano ad andare avanti.
E questo è ciò che afferma l’Enpa, l’ente nazionale Protezione animale il quale ha voluto precisare che a partire dal primo gennaio fino al 30 settembre i cani ospitati all’interno dei rifugi sono 17.585 mentre i gatti presenti tra gattili e colonie feline sono 39.752.
Una situazione che si aggrava ancora di più se si pensa al fatto che le adozioni sono in costante diminuzione.
L’Enpa però sottolinea anche che in Italia non mancano nemmeno quei casi di violenza e di maltrattamento.
Soltanto lo scorso anno, l’ufficio legale dell’Enpa ha portato avanti i 230 denunce di cui 50 si è costituita parte civile.
Non sono mancate poi 40 diffide insieme a 42 condanne senza tener presente i numerosi decreti penali di condanna che sono stati applicati.
Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, durante un’intervista rilasciata nel mese di ottobre, ha spiegato che “Purtroppo quest’estate abbiamo riscontrato un aumento del 15% delle cessioni di pet alle nostre strutture. Tra le cause principali c’è proprio il fattore economico che incide quasi per il 50% delle cessioni”.
La presidente continua affermando che attualmente, fare in modo che un cane che vive in famiglia e che sia in perfetta salute, incide sulla famiglia di un importo pari a 120 euro al mese.
Ma nel momento in cui l’animale inizia a soffrire di problemi di salute, i costi aumentano a dismisura.
Soltanto dall’inizio dell’anno, ha voluto aiutare 1.000 famiglie in difficoltà grazie al progetto ENPA rete solidale.
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