Sul sito dell’Inps è possibile venire a conoscenza del fatto che il bonus in questione può essere richiesto per due motivi diversi e che è stato prorogato per tutto il 2023.
Il bonus asili nido può essere utilizzato quindi per pagare le rette della frequentazione di asili nido che sia pubblici o privati che per il supporto, presso la propria casa, per i bambini a cui sono state diagnosticate delle patologie croniche. Un bonus che può essere ottenuto attraverso dei requisiti specifici.
Giorgia Meloni insieme al suo governo ha preso la decisione di prorogare il bonus asili nido anche per tutto il 2023.
Così facendo si potrà dare un aiuto a tutte quelle famiglie che hanno bisogno di supporto per pagare le rette degli asili nido, una misura che fa parte di quelle realizzate per il sostentamento delle famiglie che si trovano a vivere un periodo di difficoltà a causa del carovita.
E’ questo un provvedimento varato dalla legge numero 232 del 11 dicembre del 2016.
In base a questo articolo si va a stabilire che per i bambini nati a partire dal primo gennaio del 2016 spetta un contributo di una cifra che non ha non va oltre i 1.000 euro per pagare la retta per fare in modo che i minori possano frequentare asili nido sia pubblici che privati.
Un aiuto che interessa anche quei bambini che sono affetti da patologie croniche e che hanno bisogno di un’assistenza domiciliare.
Il bonus in questione, nel 2019, era stato aumentato a 3.000 euro per tutti coloro che avevano un ISEE non superiore a 25 000 euro.
Per le famiglie che invece hanno un Isee di 40.000 euro il bonus massimo è di 2.500 euro.
Per coloro che invece vanno ben oltre la soglia di 40.000 euro, la quota minima è di 1.500 euro.
Una domanda che può essere presentata dopo aver consultato la circolare INPS del 14 febbraio del 2020.
Il bonus in questione verrà corrisposto dall’INPS solo dopo che i genitori abbiano effettuato correttamente la richiesta.
Proprio come afferma la circolare, la richiesta per il contributo può essere portata avanti dal genitore del minore per due motivi diversi.
Il primo motivo riguarda il pagamento di rette per la frequentazione di asili nido privati e pubblici, mentre il secondo, prevede una forma di supporto presso la propria casa per tutti quei bambini che hanno un’età al di sotto dei 3 anni e a cui è stata diagnosticata una patologia cronica grave.
Nel momento in cui si fa riferimento alla prima tipologia, il pagamento verrà effettuato sotto forma di buono annuale diviso poi in 11 mensilità.
Se si parla invece di “asili nido privati autorizzati “si fa riferimento a tutte quelle strutture che sono riuscite ad ottenere l’autorizzazione per l’apertura dall’ente locale di competenza.
Per questo motivo è necessario sapere che vengono escluse dal rimborso tutte quelle spese utilizzate per acquistare servizi dell’infanzia diversi da quelli offerti dagli asili nido.
Nel momento in cui un genitore si accinge a compilare la domanda, è necessario che questo debba sottolineare se l’asilo frequentato sia pubblico o privato.
In quest’ultimo caso è necessario indicare, sia la denominazione che il codice fiscale della struttura insieme agli estremi nel provvedimento autorizzativo.
Quando invece si parla di contributo per introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, le cose sono leggermente diverse.
In questo caso infatti il contributo ha lo scopo di supportare l’aggiunta di forme di supporto nella propria abitazione nel caso in cui il bambino non abbia un’età superiore a 3 anni.
E’ questa una situazione che si verifica nel caso in cui il minore ha ricevuto una diagnosi di patologie croniche gravi che gli impediscono la normale frequentazione degli asili.
In questo caso, per ottenere il beneficio, il genitore deve risultare necessariamente convivente col figlio per cui si andrà a chiedere poi tale prestazione.
Dopo che il genitore presenterà un’attestazione rilasciata dal pediatra in cui si dichiara che per tutto l’anno il bambino non ha la possibilità di frequentare gli asili nido, l’istituto provvederà alle erogazione del bonus.
In questo caso in particolare l’INPS pagherà il bonus in una soluzione unica e verrà indirizzato al genitore che ne farà richiesta.
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