Bonus padri separati: previsti 800 euro per tutti i genitori che non possono elargire l’assegno di mantenimento previsto dalla legge.
Molti sono i padri che, economicamente, non possono sostenere l’assegno di mantenimento per i figli. Pertanto, è stato introdotto il bonus padri separati, un aiuto economico, ammontante a 800 euro mensili – che permette ai genitori di poter far fronte a questa spesa, in caso di stipendio basso o in assenza di lavoro. Ecco i requisiti da rispettare nel momento in cui si decide di inoltrare la domanda ai fini dell’ottenimento del bonus.
Per il bonus padri separati sono stati stanziati 10 milioni di euro. Un valido aiuto per tutti quei genitori che, per motivi, economici e per questioni reddituali, non riescono a onorare l’assegno di mantenimento verso i propri figli.
Il bonus potrà essere elargito per un massimo di dodici mesi e prevede un valore massimo che ammonta a 800 euro mensili. In questo modo, chi ha subito particolarmente lo scotto della pandemia, potrà comunque coprire l’assegno di mantenimento con questo aiuto statale.
Tale misura era stata già prevista dal decreto Sostegni, anche se definita, si da subito, poco inclusiva, in quanto era rivolta esclusivamente ai padri separati e divorziati e non alle coppie di fatto. Inoltre, c’era il rischio che, al padre ricevente, restasse tutta la somma e che, nei fatti, non la destinasse ai figli.
La ministra alla Giustizia, Marta Cartabia, la ministra delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, e Daniele Franco, ministro dell’Economia hanno firmato il decreto che, dunque, introduce diverse novità per quanto riguarda il sostegno al mantenimento da parte dei padri.
Come si legge nel testo, gli 800 euro massimi previsti saranno inviati al genitore che deve prendersi cura dei figli minori e di quelli disabili, anche maggiorenni e conviventi che non hanno ottenuto l’assegno di mantenimento per inadempienza da parte del genitore in difficoltà economiche.
Il reddito del padre non deve superare gli 8.174 euro all’anno al fine di poter richiedere il bonus in oggetto.
Inoltre, altro requisito fondamentale, riguarda l’attività lavorativa del genitore, che deve risultare ridotta a partire dall’8 marzo 2020, per una durata minima di 90 giorni o deve essere registrata una diminuzione del reddito personale, rispetto a quello del 2019, di almeno il 30%.
Esclusi da tale provvedimento coloro che hanno ottenuto, seppur parzialmente, l’assegno di mantenimento nell’arco di tempo che va dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022.
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