Boris Johnson continua a lottare per restare Primo Ministro del Regno Unito, nonostante fioccano le dimissioni all’interno del governo. La situazione si fa critica.
La situazione del governo britannico è sempre più in crisi, ma il Primo Ministro Boris Johnson non pare voler mollare il suo posto.
Nonostante le tantissime dimissioni di membri del governo, arrivate addirittura a 50, il primo ministro non vuole dimettersi e afferma sempre di più che il suo governo deve andare avanti. Ecco qual’è la situazione in Gran Bretagna, una crisi che non può portare a niente i buono.
Boris Johnson, Primo Ministro britannico, continua ad avere pressioni volte a portarlo alle dimissioni, ma lui resiste e non cede nonostante la crisi di governo.
Johnson continua a insistere che ha un mandato da portare avanti e che, nonostante gli scandali che hanno sopraffatto il governo inglese, lui non vuole lasciare la sua poltrona e vuole andare avanti con il suo governo conservatore.
Neanche la massiccia ondata di dimissioni da parte del governo e del partito lo scollano, nonostante abbia superato le 50 proprio oggi, quando il segretario dell’Irlanda del Nord Brandon Lewis è diventato il primo membro del gabinetto della giornata a dimettersi, seguito rapidamente da altri sette ministri.
Anche i suoi sostenitori più fedeli, tra cui Priti Patel e Grant Shapps, lo hanno esortato a dimettersi ieri per evitare gravi conseguenze sull’andamento del governo.
Il ministro del Tesoro Helen Whately, il ministro della sicurezza Damian Hinds, il ministro della scienza George Freeman, il ministro delle pensioni Guy Opperman, il ministro della tecnologia Chris Philp e il ministro dei tribunali James Cartlidge si sono dimessi in rapida successione in queste ore.
Questo è un grave problema per il governo britannico, cosa che a quanto pare il Primo Ministro non ha ancora compreso del tutto.
Questa situazione sta facendo discutere tutto il mondo, ora Boris Johnson è nel mirino di parecchi occhi. Il “Partygate”, alcuni scandali di abusi sessuali che lui ha coperto e altre vicissitudini hanno marchiato a fuoco la sua leadership, ma lui non si arrende.
Se non vuole andar via potrebbe essere licenziato? Si, ma è complicato.
I parlamentari conservatori innescano un voto di sfiducia per il loro leader solo se il 15% scrive al presidente del Comitato. Attualmente ci sono 360 parlamentari Tory, il che significa che 54 di loro dovrebbero inviare le proprie rimostranze.
Ma sappiamo già il primo ministro Boris Johnson ha vinto contro il voto di sfiducia il mese scorso, quindi nessun ulteriore votazione può essere fatta fino a giugno 2023.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…