La Gran Bretagna si avvia verso la riapertura totale: il 19 luglio cadrà l’obbligo dei mascherina anche al chiuso e non saranno più in vigore le norme anti Covid. Addio quindi a distanziamento sociale, contingentamento di locale ed eventi, obblighi per lo smartworking, esibizione di test, tamponi o vaccino: lo ha annunciato Boris Johnson, confermando l’intenzione di rispettare il piano di ritorno alla normalità, nonostante la variante delta continui a diffondersi nel paese.
Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio sono stati registrati +53% di casi rispetto a quella precedente, ma sono dati che non preoccupano.
Gli scienziati britannici hanno sottolineato che non il nesso tra contagi, ricoveri e decessi è molto più debole rispetto alle precedenti ondate, ma questo non esclude, come ha dichiarato lo stesso Johnson, che nelle prossime settimane si arrivi anche a 50.000 casi al giorno, che però non si tradurranno in casi gravi e conseguenti decessi. Attualmente in UK negli ospedali si trovano circa 1.900 malati Covid, contro i 40 mila di gennaio.
Merito di una campagna vaccinale a tappeto: l’85% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, il che l’ha resa sostanzialmente protetta dalle forme più gravi di Covid, compresa la temuta variante delta, che sta colpendo soprattutto le fasce più giovani della popolazione, ovvero quelle che non hanno ancora ricevuto il vaccino. A dare man forte all’intenzione di Boris Johnson di aprire tutto, poi, c’è anche il numero dei morti: ieri in Gran Bretagna ce ne sono stati soltanto 9, contro, per esempio, i 31 italiani.
Il premier britannico ha però fatto discutere per alcune dichiarazioni, molto simili a quelle già rilasciate in passato: ha specificato che c’è da aspettarsi altri morti a causa del Covid, ma questo non può bloccare le riaperture del paese, che viaggerà su due velocità: in Inghilterra il 19 luglio riaprirà tutto, mentre nelle altre regioni del paese, quindi Scozia, Galles e Irlanda del Nord, il passaggio sarà più graduale.