Rischio fallimento per la Borsalino, storica azienda di cappelli italiani, che si trova in una situazione precaria a causa della cattiva finanza. Apparentemente sembra che per l’azienda non ci siano problemi, perché le vendite sono ai massimi livelli. Eppure si è verificato che l’azienda, nonostante sia sulla cresta dell’onda, abbia dovuto portare i suoi libri contabili in tribunale, per rendere conto di ciò che sta succedendo. All’origine dei guai della Borsalino ci sarebbe il finanziere Marco Marenco, che si trova al centro di una delle maggiori bancarotte, un crac del valore di circa 3 miliardi.
Marenco risiederebbe in Svizzera e su di lui penderebbero gli ordini di cattura emersi dai tribunali di Asti e di Alessandria. Un intrigo di società e di controlli, che rischia veramente di segnare il tracollo finanziario dell’azienda.
Le società
Gli inquirenti hanno deciso di mettere sotto sequestro le quote di 11 società riconducibili tutte a Marenco. Fra queste quote c’è anche il 50,45% della Borsalino, che è di proprietà della Fisi e che a sua volta è controllata dalla Fisi GMBH, che ha sede in Germania. Il 17,47% dell’azienda di cappelli italiana appartiene alla Finind, un’altra società di proprietà di Marco Marenco, che da tempo è commissariata per bancarotta.
Il concordato
L’azienda sta cercando di salvare il salvabile, ma appaiono sempre più evidenti le difficoltà, anche nel dare gli stipendi ai lavoratori. Anche per decisione del presidente Marco Moccia, si è deciso di rivolgersi alle autorità, con l’intenzione di preservare la forza lavoro, per mettere a punto un piano concordato. L’obiettivo sarebbe quello di ristrutturare i debiti e soddisfare i crediti, proprio utilizzando la forma del concordato. L’azienda, quindi, potrebbe venire posta in vendita al migliore offerente.
Soltanto in questo modo le banche potrebbero dare l’approvazione al piano di salvataggio. Non appena il tribunale avrà accettato il ricorso, potrebbero entrare in campo gruppi del lusso, della moda o investitori finanziari, per garantire il futuro a uno dei più noti brand italiani.
Sfogliando la storia del Borsalino, si può quasi ripercorrere l’intera storia del cinema. Basti pensare ai primi piani di Marcello Mastroianni, che porta il dito proprio a toccare il cappello. I copricapi della Borsalino arrivarono a competere negli anni anche con il monopolio detenuto a New York dalla John B. Stetson Company.
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