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Mondo

Botta e risposta tra Cina, Usa e Taiwan mentre la tensione aumenta

La situazione tra Cina, Taiwan e Stati Uniti è molto tesa e, nelle ultime ore, sono emerse diverse dichiarazioni che hanno alimentato ulteriormente il malcontento in merito alla questione. Washington ha dichiarato che entro il 2027 il capo di Stato cinese Xi Jinping è pronto a attuare l’offensiva per riunificare Taiwan alla Cina.  Ovviamente le autorità di Taipei hanno allertato le forze militari è unito gli sforzi con quelli degli usa in modo da poter essere pronti ad un’eventuale sto cinese.

Forze armate cinesi – Nanopress.it

Da quando il presidente Jinping ha iniziato il suo terzo mandato al comando della Cina, ha voluto precisare già nel suo discorso di insediamento, che Taiwan sarebbe stata una delle prime questioni che avrebbe voluto affrontare, specificando inoltre che si tratta di una provincia ribelle ma pur sempre strettamente di supremazia territoriale cinese.  Gli animi si sono agitati nel momento in cui gli Stati Uniti hanno cominciato ad intensificare il loro rapporto e sopratutto a visitare Taiwan. Il punto di rottura si è verificato ad agosto con la visita inaspettata di Nancy Pelosi a Taipei che ha stretto relazioni ancora più profonde e anche in ambito commerciale con l’isola ritenuta ribelle da Pechino.

La collaborazione cooperazione con Taiwan da parte degli Stati Uniti ha sollevato molto malcontento tra le autorità cinesi, che ritengono una questione privata e statale quella di Taipei e non intendono accettare interferenze esterne.

Le rivelazioni della CIA riguardo le intenzioni della Cina verso Taiwan

Il direttore della CIA Burns ha dichiarato in un’intervista televisiva, che è andata in onda il 26 Febbraio e che riporta anche Channel Asia news Che, la Cina potrebbe attuare un attacco verso Taiwan per lanciare un attacco verso Taiwan, per  attuare la riunificazione con il territorio continentale.  Secondo l’alto funzionario della CIA ha spiegato che ci sono segnali che rivelano che la questione sulla riunificazione zero Cina ai Taiwan è qualcosa da prendere molto sul serio, così come il desiderio di Xi Jinping di controllare definitivamente l’isola.

Ha precisato però inoltre che: “Sappiamo, come è stato reso pubblico virgola che il presidente XI ha incaricato il PLA, La leadership militare cinese virgola di essere pronto entro il 2027 invadere Taiwan, ma ciò non significa che abbia deciso di invadere Taiwan nel 2027 o in qualsiasi altro annuo anche”.

Burns ha poi continuato spiegando che: “Penso che almeno il nostro giudizio sia che il presidente e la sua leadership militare abbiano oggi dei dubbi sulla possibilità di portare a termine quell’invasione”.

La situazione tra Cina e Taiwan è molto delicata fin dal momento in cui si divisero nel dopo una guerra civile che si conclude con il controllo del continente da parte del partito comunista cinese. L’isola è attualmente autonoma e si è comportata come una nazione sovrana ma effettivamente non è riconosciuta dalle Nazioni Unite e da qualsiasi altro paese. Nel ’79 poi quando al comando degli Stati Uniti c’era il presidente Carter venne riconosciuto ufficialmente il governo di Pechino come il sovrano su Taiwan.  In risposta venne approvato il Taiwan relations Act che, sostanzialmente, creava un punto di riferimento per una reazione continua.

La pressione notevolmente in aumento delle autorità cinesi verso Taiwan che hanno spesso effettuato esercitazioni militari invadendo lo spazio taiwanese, emettendo in allerta l’isola  mostra la volontà del capo di Stato di prevalere sulle autorità locali che, di fatto, dipendono da Pechino,  evitando di attuare una nuova politica,  già vista e sperimentata, in maniera fallimentare con Hong Kong.

Il funzionario Usa ha poi spiegato che gli Stati Uniti forniscono il loro sostegno agli alleati europei come ad esempio in Ucraina e non esiteranno ad aiutare anche gli amici di Taiwan nel caso in cui la Cina decidesse di attaccare. Spiega anche che, secondo lui, gli avvenimenti del conflitto in ucraina hanno fatto riflettere sugli esiti di un possibile attacco e del subentrare anche nel conflitto successivamente da parte degli alleati cosa che avverrebbe certamente.

Un deterrente che sembra per ora aver scongiurato nell’imminente attacco per la riunificazione tra Cina e Taiwan ma che necessità di alta la guardia costante.

Le ultime mosse militari e le novità in merito alle dichiarazioni statunitensi

Mentre la tensione aumenta notevolmente si apprende che una flotta della Marina degli Stati Uniti ha spiegato che uno dei suoi aerei ha sorvolato lo stretto di Taiwan nella mattina di lunedì 27 Febbraio.  Il volo del veicolo da combattimento e stato appositamente utilizzato come monito per dimostrare: “L’impegno degli Stati Uniti per una regione indo pacifica libera e aperta”.

Il ministero della difesa di Taiwan ha confermato che l’aereo statunitense Poseidon è passato attraverso il rettilineo e la sua traiettoria di volo è stata costantemente monitorata dal ministero Taiwanese.

Nonostante in merito alla vicenda si stia tenendo un profilo basso , perlomeno per quanto riguarda il colloquio effettuato dal funzionario statunitense Mike Gallagher avvenuto la scorsa settimana a Taipei.

Il funzionario ha parlato della sua visita avvenuto la scorsa settimana e come citato anche dal Financial Times le sue osservazioni sono state chiare e decise e a deciso a seguito della visita di attuare un piano, che riesca a far comprendere meglio le dinamiche di un’invasione militare e le possibili conseguenze della stessa, per questo ha spiegato che verranno effettuate altre visite assieme alle forze militari di Taiwan e il viaggio conoscitivo  allo scopo di rinforzare la partnership militare in caso di attacco cinese.

Gallagher ha anche specificato che: “Vorrei accettare l’offerta della difesa di andare con noi in vari siti militari e vedere come si stanno preparando punto sarebbe avuto molto utile per i miei Colleghi vedere il problema da vicino”.

Parlando con il Washington Post, Gallagher ha specificato che è necessario armare Taiwan in modo che il paese possa adeguatamente resistere ad un’invasione di Pechino e questo dovrebbe essere uno dei principali obiettivi della politica estera della Casa Bianca.

A suo avviso visite future servirebbero ai membri del comitato ristretto  Per comprendere meglio la logistica di una campagna militare in territorio taiwanese e soprattutto servirebbe a testare la difficoltà nel mantenere linee aperte di rifornimento durante un  potenziale conflitto armato.

Sembra più membri del consiglio ristretto usa pensano che sia una possibilità concreta un attacco cinese a Taiwan e la priorità viene data ora a cercare misure che garantiscono all’isola di arrivare preparata a questa evenienza.

Insieme a lui sono stati in visita presso Taiwan anche altri due membri del comitato ristretto della camera sulla Cina e si tratta di Ro Khanna e Jake Auchinloss. Lo scopo della loro visita è stata quella di ampliare e discutere questioni commerciali e non inerenti alla potenziale minaccia bellica che si ipotizza che presto potrebbe aver luogo anche un’altra visita statunitense ovvero quella del presidente della Camera Kevin McCarthy e la data presunta sembrerebbe coincidere con l’inizio della primavera.

Si apprende inoltre che Taiwan ha intenzione di inviare 500 soldati negli Stati Uniti per un addestramento che fornisca elementi essenziali tali da poter essere tramandate ai militari direttamente a Taiwan in un momento successivo.  Dopo che gli Stati Uniti hanno fatto volare attraverso lo stretto di Taiwan il loro aereo militare Poseidon, il ministro della Difesa nazionale di Taiwan ha riferito di aver rintracciato quattro aerei militari e tre navi cinesi attorno a Taiwan. Negli ultimi tempi Pechino ha inviato 311 arei militari e 109 navi da combattimento intorno a Taiwan.  

Pechino non accetta l’intromissione occidentale mentre gli Stati Uniti utilizzano proprio la vicinanza con Taiwan per infastidire le autorità cinesi che adottano come contromossa un avvicinamento importante all’Iran e alla Russia, storiche alleate e possibili parti di un futuro conflitto.

La spaccatura tra Occidente e Oriente è evidente, ma ciò che emerge chiaramente è anche l’avvicinamento delle potenze notoriamente anti usa e l’utilizzare questa alleanza per spaventare e intimorire, cercando, così, di dissuadere le nazioni occidentali nell’intervenire nelle questioni orientali.

Ma la realtà  mostra un quadro differente che vede comunque Cina e Stati Uniti dipendere l’una dall’altra per l’economia globale ma vede anche Taiwan in una posizione molto importante, che detiene la massima produzione di chip ovvero i semiconduttori, che possono essere impiegati in moltissimi ambiti partendo da quello militare a quello automobilistico.  L’avvicinamento di Washington a Taipei avviene a seguito di limitazioni e normative aggiunte a discapito del commercio cinese elettronico e dei chip, facendo scaturire la famosa guerra dei chip che ha visto contrapporsi per l’appunto Usa e Cina.

Militari di Taiwan – Nanopress.it

La dipendenza economica è qualcosa che lega Occidente e Oriente e non può essere evitato in maniera totale, nonostante si stiano attuando alleanze che puntano al dipendere il meno possibile da fornitura provenienti da paesi geograficamente distanti. Nonostante le relazioni geopolitiche e la filosofia di pensiero molte volte non sia condivisa, l’importanza dello sviluppo di un singolo Paese è necessaria e quindi gli interessi globali e gli accordi internazionali superano anche, molto spesso, le dispute nazionali, ideologiche e religiose.

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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