Per anni avrebbero agito contro la figlia con percosse e minacce, determinati a impedirle di vestire all’occidentale e di frequentare chi voleva. È quanto una ragazza, residente nella provincia di Modena, avrebbe subito dai genitori che sarebbero stati rinviati a giudizio poche ore fa all’esito delle indagini degli inquirenti.
Sarebbe stata la stessa ragazza a denunciare il padre e la madre, un 62enne e una 56enne di origine magrebina, al culmine di un vortice di violenze domestiche taciuto per anni.
Picchiano la figlia per anni per impedirle di vestire all’occidentale: genitori a giudizio
I genitori della presunta vittima, oggi 20enne, sarebbero stati rinviati a giudizio. Lo riporta La Gazzetta di Modena, secondo cui i coniugi di origine magrebina dovranno rispondere di maltrattamenti in concorso, aggravati dal legame di sangue.
La denuncia sarebbe scattata dalla stessa giovane che, nell’agosto scorso, avrebbe trovato il coraggio di raccontare agli inquirenti la sua situazione.
Genitori a processo nel Modenese: botte e minacce alla figlia per anni, l’accusa
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano locale, all’esito delle indagini sulla vicenda denunciata dalla 20enne sarebbe emerso un tessuto di elementi degno di interesse e il quadro a carico dei genitori sarebbe sfociato in un rinvio a giudizio.
Padre e madre della giovane andranno quindi a processo con l’accusa di aver maltrattato la figlia per impedirle di scegliere cosa indossare e chi frequentare. Nelle ultime ore, il gup di Reggio Emilia avrebbe accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm titolare dell’inchiesta, con una decisione arrivata all’esito di mesi di attività investigativa da parte della Polizia.
Figlia picchiata e minacciata per anni in provincia di Modena: il racconto della ragazza
La ragazza, secondo quanto riferito dalla stampa locale, in costanza di denuncia in Questura avrebbe raccontato alcuni dettagli del caso. Stando alla sua versione, il padre e la madre non avrebbero tollerato il suo essere “occidentale” in aperto contrasto alla loro tradizione, né le avrebbero permesso di avere libertà di scelta in fatto di amicizie.
Un incubo che sarebbe andato avanti per anni nello spettro di percosse e minacce di morte tra le mura domestiche, fino a un episodio che avrebbe in qualche modo alimentato nella presunta vittima la necessità di chiedere aiuto.
Si tratterebbe di un fatto risalente alla fine del 2020, quando il padre della giovane si sarebbe recato sul posto di lavoro in cui lei si trovava per insultarla davanti a tutti.