Il pericolo dei botti di Capodanno non è solo per le mani di chi li accende, ma anche di chi respira quelle che, poi, sono le polveri che questi rilasciano nell’aria. I medici, per questo, lanciano l’allarme.
In soli 10 anni, sono quasi 3000 le persone che sono rimaste ferite, anche in modo grave, dall’esplosione dei botti di Capodanno. A questi, vanno aggiunte, anche, 6 persone che sono decedute.
Botti di Capodanno: quanti danni?
Potremmo definirla una strage, in un certo senso, quasi silenziosa, se pensiamo che essa “fa rumore” soltanto una notte l’anno, quella fra il 31 dicembre ed il 1 gennaio. Stiamo parlando dei botti di Capodanno e tutti quello che con essi concerne, a partire, proprio, dai feriti.
Molte volte, sembra un bollettino di guerra quello che si legge, o si sente in tv, a Capodanno e in molti si chiedono: “Quanti sono i feriti di quest’anno?”. Ed in effetti, a lanciare l’allarme sono proprio i medici. Non soltanto per quel che riguarda i botti in se per se, ma anche e soprattutto per il dopo, ovvero per le polveri sottili che questi, dopo l’esplosione, rilasciano nell’aria.
Effetti pesanti sulla salute dell’ambiente e, nel nostro Paese, in soli 10 anni, si sono avuti più di 3000 persone ferite in modo grave dai botti e 6 morti. Nel solo anno 2022 erano già 124 le persone ferite dalle esplosioni di Capodanno.
A perdere la vita non sono solo gli esseri umani, ma anche gli animali. Sono quasi 5000 gli animali che hanno perso la vita, nel corso di questo lasso di tempo, sempre per i botti. Ma il dato più allarmante è quello delle polveri sottili.
Anche se si tratta di una notte di festa, bisogna pensare che, nel giro di poche ore, a causa dell’esplosione unificata di tanti botti, vengono rilasciate nell’aria polveri sottili in quantità superiore pari al 1900% in più rispetto a quelle che, di solito, vengono emesse. Inoltre, vengono anche prodotti 6 tonnellate di rifiuti.
Feriti, inquinamento e rifiuti: ne vale la pena?
Sono i medici della Società Italiana di Medicina Ambientale a lanciare questo tipo di allarme, anche per invogliare i sindaci, siano essi delle grandi città o dei piccoli paesi, a vietare i fuochi di Capodanno. Accanto alla questione “feriti” (umani o animali che siano), si affianca la questione ambiente. In primis l’inquinamento.
Nel giro di poco meno di 24 ore, nell’aria, l’inquinamento (dovuto all’esplosione botti e al rilascio delle loro relative polveri) balza in alto oltre le soglie limite. Il limite massimo è di 50 microgrammi al metro cubo ma, la notte di Capodanno arriva a raggiungere i 1000 microgrammi al metro cubo.
I rifiuti, poi, sono un’altra tegola. Si va dai 3 sino alle 6 tonnellate di rifiuti prodotti in una sola notte. Rifiuti che sono difficili da differenziare, fatti per il 70% di legno, cartone o argilla, e il restante 30% di polvere pirotecnica (composta da magnesio, zolfo e carbone, solo per citarne alcuni).
Stando ai dati rilevati dalla Sima, nella sola notte di Capodanno le emissioni nocive riversate nell’aria sono “pari a quelle delle attività annuali di 120 inceneritori di rifiuti”. Sono solo alcuni, questi, dei motivi per cui sarebbe necessario, quanto opportuno, vietare i botti di Capodanno.