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Una scena forte quella che è avvenuta giovedì 30 ottobre a Roma a largo Chighi quando un cavallo delle tipiche botticelle, le carrozze romane che portano in giro i turisti, è stramazzato al suolo di fronte a molti passanti. Ancora non sono chiare le dinamiche: secondo alcuni testimoni, l’animale avrebbe avuto un malore e si sarebbe accasciato a terra, davanti al suo vetturino che è scoppiato in lacrime e l’ha subito soccorso. Diversa la versione di Angelo Sed, presidente dei vetturini romani, secondo cui il cavallo, un maschio di 11 anni, sarebbe scivolato su una macchia di olio o nafta, perdendo così l’equilibrio. In seguito, l’animale è stato visitato da un veterinario, ma la scena ha riaperto una polemica che dura da tempo.
L’episodio di Largo Chighi si è concluso al meglio per il cavallo, ma non ha certo sopito le polemiche. Qualche giorno prima infatti le scuderie di Testaccio, parte dell’Ex-Mattatoio in piazza Orazio Giustiniani, sono state ispezionate dagli uomini della Guardia Forestale, coordinate dal Comando provinciale di Roma e dal Nucleo Investigativo per i Reati in Danno agli Animali (Nirda), per verificare lo stato di salute e benessere di 70 cavalli e le condizioni igieniche delle strutture che da tempo li ospitano.
Gli agenti hanno posto sotto sequestro lo stabile e hanno sequestrato anche due cavalli perché tenuti in condizioni non idonee alla loro natura, lasciati al buio e con lettiere scadenti, ma hanno dato l’assenso ai vetturini di ricoverare lì i loro animali.
La tradizione delle botticelle, trainate lungo le strade di Roma dai cavalli, sono un’istituzione tra i turisti ma da anni sono al centro di polemiche. Incidenti, malessere per i cavalli, problemi di intralcio al traffico e una lunga battaglia tra le associazioni di categoria e gli animalisti che da anni chiedono una regolamentazione diversa.
“Un incidente quando si ripete non è più un incidente. È la regola. E questa per le botticelle è la sofferenza dei cavalli, l’insicurezza dei clienti che pagano in nero e di tutti i cittadini”, ha commentato la Lav che ha chiesto al sindaco Ignazio Marino di revocare le licenze ai vetturini per trasformarle in “servizi compatibili con il rispetto delle leggi, degli animali e della Capitale”.
Se è vero che le botticelle e i cavalli sono una caratteristica del folclore di Roma, è anche vero che spesso gli animali sono protagonisti di episodi del genere, soggetti al caldo e alla fatica. Non è però neache possibile puntare il dito solo contro i vetturini, visto che, dalla salute degli animali, dipende il loro guadagno.
Le carrozze trainate da cavalli non sono certo una prerogativa di Roma: a New York è possibile passeggiare a Central Park seduti in carrozza. Anche qui non sono mancate polemiche quando il sindaco Bill de Blasio decise di abolirle, destinando così gli animali al mattatoio. La situazione si è risolta con il ritiro della decisione anche grazie a una campagna mediatica sostenuta da vip tra cui l’attore Liam Neeson: l’industria delle carrozze è un’icona della Grande Mela e dà lavoro a 400 persone che trattano i cavalli come loro figli.
Come spesso accade, il giusto sta nel mezzo: si può e (forse) si deve mantenere la tradizione anche a Roma, ma si deve dare una regolamentazione diversa, in modo da evitare problemi ai cavalli e ai romani, senza per questo togliere un tocco di poesia come solo un giro a cavallo per le vie di Roma può regalare.
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