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Dopo aver smentito l’ipotesi per mesi, nel corso di un’ultima intervista Richard Linklater ha aperto alla possibilità di un sequel di Boyhood, il suo originalissimo film le cui riprese si sono svolte per ben 12 anni, seguendo il naturale percorso di crescita di un ragazzino dall’infanzia alla maturità. La clamorosa notizia giunge a 24 ore dalla mini-delusione degli Oscar 2015, dove Boyhood ha conquistato una sola statuetta, quella di Patricia Arquette come miglior attrice non protagonista, su sei nomination.
‘Per i primi sei mesi successivi all’uscita del film nelle sale la mia risposta all’ipotesi di un sequel è sempre stata no‘, ha detto Linklater, ‘Questo progetto è durato 12 anni e il suo scopo era di accompagnare Mason dalle elementari al diploma, oltre non c’era più nulla da dire. Una mattina però mi son svegliato pensando che il periodo dei 20 anni è il più formativo di tutti, è il momento in cui si va all’università, si diventi se stessi, si cresce… e quindi ammetto di aver cominciato a rifletterci‘.
Questa improvvisa inversione di marcia non sarebbe un inedito nella carriera di Richard Linklater, che già in passato, partendo dal suo film Prima dell’Alba (1995), era riuscito a dar vita a una non premeditata trilogia realizzando nei successivi 18 anni gli inaspettati sequel Prima del Tramonto (2004) e Before Midnight (2013), rispecchiando anche in questo caso la maturazione dei personaggi sia sul piano anagrafico che su quello emotivo e psicologico.
Ma cosa dobbiamo attenderci dal possibile sequel di Boyhood, un’altra storia lunga 12 anni che arriverebbe nelle sale cinematografiche soltanto nel 2026? Linklater lo ha escluso, precisando che se davvero riuscirà a dare un seguito al suo film, sarà per un periodo di narrazione decisamente più breve: ‘La struttura dei 12 anni di Boyhood derivava dall’arco temporale della scuola. In un ipotetico sequel non ci sarebbe questa necessità (magari potrebbe seguire Mason soltanto nei 4 o 5 anni dell’università, ndr) per cui sarebbe probabilmente più rapido, ma chissà…‘.
L’unica cosa certa al momento è che non esiste ancora la trama di un Boyhood 2. E non è detto che il regista americano riesca a trovarne una altrettanto convincente: ‘E’ difficile perché nei miei precedenti film ho già raccontato storie di ventenni, per cui non saprei come affrontare di nuovo le stesse tematiche. Però allo stesso tempo mi piacerebbe continuare a lavorare con questo cast, e credo che piacerebbe a tutti. Ma bisogna prima trovare qualcosa da dire. Potrebbe succedere ma anche no, al momento resta solo un’idea‘.
Tra l’altro entro fine anno dovrebbe uscire il nuovo film di Richard Linklater, intitolato That’s What I’m Talking About (con Blake Jenner e Ryan Guzman), che idealmente può già essere considerato una sorta di sequel di Boyhood, poiché racconterà la storia di una matricola universitaria che si approccia per la prima volta alla vita da adulto, anche se ambientato negli anni ’80. Secondo noi dal successo o meno che avrà questo nuovo film dipenderà gran parte del destino di un possibile sequel di Boyhood.
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