Ieri sera in Brasile si è verificato un tentato golpe che ha ricordato l’assalto a Capitol Hill negli Usa. I pro Bolsonaro hanno fatto irruzione al parlamento a Brasilia avviando una guerriglia che ha necessitato dell’intervento duro delle forze dell’ordine per mantenere le acque calme.
Le reazioni internazionali non sono tardate ad arrivare, così come sono giunte immediatamente le prese di posizione da parte delle autorità brasiliane. Il tentativo di attuare un golpe è dettato dal fatto che moltissimi sostenitori di Bolsonaro sono convinti, come successe a Capitol Hill con l’elezione di Biden, che la presidenza dovesse essere ancora dell’ex capo di stato e soprattutto sono convinti del fatto che la vittoria di Lula sia stata rubata.
Tutto questo senza che siano emerse prove concrete di brogli elettorali e le votazioni, inoltre, si sono tenute con la supervisione di un comitato esterno e neutro per evitare disguidi successivi. Ma non è impiegato al gruppo di estremisti e sostenitori del regime di destra di Bolsonaro per evitare lo scempio a cui ha assistito il Brasile ieri. Una mancanza di rispetto per le istituzioni che ha ricevuto moltissime critiche e che, come ha precisato anche il presidente Lula, i sostenitori di Bolsonaro responsabili dell’assalto al Parlamento brasiliano non resteranno impuniti.
Un attacco che ha sorpreso il Brasile in primis ma che ha lasciato senza parole anche le autorità internazionali. Tutto nasce già prima delle elezioni residenziali, durante la campagna elettorale, nella quale si è dedotto chiaramente che la crisi già presente, ma peggiorata drasticamente con la pandemia da Covid-19 e ora con la guerra in Ucraina, ha stressato e reso nervosa la popolazione brasiliana che ha riversato il proprio malcontento sulla questione politica.
Due fazioni chiare e distinte ovvero destra pro Bolsonaro e sinistra pro Lula si sono scontrate molte volte. Clima teso ed agitato che si è poi trasformato in rancore dopo la sconfitta dell’ex capo di stato e con la vittoria della sinistra in Brasile. Non sono nuovi episodi gravi come il tentato attacco bomba fermato gli ultimi giorni dell’anno dalle autorità di polizia. I sostenitori di estrema destra non hanno accettato la vittoria di Lula e volevano rovinare l’insediamento colpendo con un camion bomba l’aeroporto di Brasilia.
Il giorno del passaggio dei poteri Bolsonaro avrebbe dovuto presenziare alla cerimonia e passare, in forma simbolica, la fascia presidenziale. Ha preferito partire per gli Stati Uniti e sembra non aver la minima intenzione di rientrare, almeno per ora, in Brasile. Nonostante lui stesso abbia chiesto ai suoi fedelissimi di manifestare senza creare disagio e pubblicamente la realtà ha mostrato però una certa riconoscenza nel fatto che venisse contestata la vittoria del neo eletto.
Ieri si è verificato qualcosa di inatteso che ha scioccato il mondo intero. Migliaia di persone si sono riservate per le strade di Brasilia per manifestare con il nuovo presidente Lula e contestare l’esito delle elezioni presidenziali. Un episodio molto simile a quello accaduto il precedenza negli Usa con l’assalto di Capitol Hil da parte dei sostenitori di Trump che non hanno accettato la sconfitta del tycoon e la vittoria di Biden.
Le immagini mostrano i pro Bolsonaro sfondare il cordone di polizia e arrivare in centinaia nel cortile che circonda il parlamento di Brasilia. Un tentato golpe che ha voluto colpire le istituzioni brasiliane. Nel corso dell’assalto sono state prima prese di mira le stanze del primo piano che ospita la sede del Senato poi anche il secondo piano e a quel punto i militari e la polizia federale sopraggiunti hanno sparato anche dagli elicotteri proiettili di gomma e lacrimogeni per cercare di smaltire i pro Bolsonaro. Una vera e propria guerriglia che lasciato dietro di sé devastazione e indignazione.
Il parlamento è completamente distrutto dalla furia degli oppositori di Lula e la reazione del presidente è stata dura e importante a far sapere che l’accaduto avrà conseguenze molto serie.
Non sono tardate ad arrivare le razioni internazionali in merito al tentato golpe effettuato dalla destra pro Bolsonaro. Lula è arrivato in tarda nottata dato che si trovava a San Paolo a causa delle recenti inondazioni.
L’assalto dei sostenitori di destra in Brasile è stato improvviso e furioso. Dopo un paio di ore è stato ripreso il controllo del Parlamento, del palazzo presidenziale e della Corte Suprema. Ci sono numerosi differenti in merito agli arresti effettuati ma, i media brasiliani, parlano di almeno 150 fermi. Per il ministro della giustizia più di 200, per il governatore di Brasilia 400. Durissimo il commento del presidente Lula che ha condannato le forze dell’ordine di Brasilia: “La polizia è incompetente o in malafede”. È stato chiesto l’arresto per l’ex responsabile della sicurezza di Bolsonaro, ora responsabile del distretto della capitale brasiliana si trova negli Stati Uniti, insieme all’ex presidente. E proprio Bolsonaro, diverse ore dopo l’assalto, parla via social e respinge le accuse di aver progettato o aizzato le violenze: “Io rispetto la democrazia e condanno quello che è successo”. La Corte Suprema ha deciso che la destituzione del governatore di Brasilia sia qualcosa di legittimo dato i fatti. Il politico si era scusato con Lula: “Monitoravo i movimenti, ma sono rimasto sorpreso”.
Secondo il capo di stato questi atti sono stati aiutati e finanziati anche da uomini di affari stranieri.
Annalena Baerbock ministra degli esteri tedesca ha scritto su Twitter: “la nostra solidarietà va al popolo brasiliano, alle sue istituzioni democratiche e al presidente Lula. Quello che è successo a Brasilia è stato un vile e violento attacco alla democrazia”.
Il presidente dell’Anpi ha dichiarato: “l’atto in Brasile un tentativo di colpo di stato, per ora sventato. L’assalto alla sede del parlamento e delle più importanti istituzioni democratiche brasiliane da parte di migliaia di sostenitori di Bolsonaro ha evidentemente dei mandanti e non poteva non essere a conoscenza quantomeno dei servizi segreti” ha proseguito: “leggo che i militari hanno fermato l’intervento delle forze dell’ordine e che i manifestanti golpisti nella notte hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati del Brasile. Colpisce che i facinorosi si dichiarino “patrioti”, come è nel linguaggio degli eredi del fascismo, che operino con metodi squadristici: la violenza e la devastazione. Le istituzioni italiane si devono pronunciare con la massima chiarezza nominando i responsabili di questo violentissimo attacco alla democrazia. Al presidente Lula, al governo ed al popolo brasiliano va la piena solidarietà e l’appoggio dell’ANPI e di tutti gli antifascisti”.
Il Cancelliere Scholz ha dichiarato: “Gli attacchi violenti alle istituzioni democratiche sono attacchi alla democrazia, che non possono essere tollerati”.
Anche la presidente della commissione Europea Ursula Von der Leyen ha dichiarato, riguardo al tentato colpo di stato in Brasile: “Condanno fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile. È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia. Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente”.
Amnesty International ha dichiarato invece poco fa: “È allarmante che organi del Distretto federale, quali la procura, il governo e la polizia, non siano stati in grado di identificare gli istigatori e i finanziatori dell’invasione e di impedire gli attacchi contro i palazzi istituzionali”.
Meta, società madre di Facebook, ha definito le rivolte in Brasile un “evento di violazione“, specificando inoltre che avrebbe “rimosso il contenuto che sostiene o elogia” i manifestanti che hanno preso d’assalto gli edifici governativi. La Cnn riporta: “ prima delle elezioni abbiamo designato il Brasile come luogo temporaneo ad alto rischio e abbiamo rimosso i contenuti che invitano le persone a prendere le armi o a invadere con la forza il Congresso, il palazzo presidenziale e altri edifici federali“.
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