In Brasile è stato pianificato il naufragio di una ex portaerei piena di rifiuti tossici, fra cui amianto e vernici.
La struttura è stata fatta affondare nell’Oceano Atlantico nel tardo pomeriggio di ieri fra le proteste degli ambientalisti e non solo.
Fa discutere molto la scelta delle autorità brasiliane per quanto riguarda l’affondamento di una ex portaerei piena di rifiuti tossici. Il naufragio pianificato per ieri pomeriggio è avvenuto nell’Oceano Atlantico, a circa 350 chilometri dalla costa del Paese.
La Marina brasiliana ha dato l’annuncio che la ex portaerei Foch conteneva amianto, vernici e altri rifiuti tossici ma nonostante le varie proteste, ci sono delle motivazioni per cui i militari hanno preso questa decisione.
A inizio settimana infatti, il corpo della Marina aveva valutato lo stato di degradazione dello scafo, lungo 266 metri. Purtroppo era in condizioni pessime e così, come ha spiegato in un comunicato il ministro della Difesa brasiliano, l’unica strada percorribile era quella del naufragio controllato.
C’è stato anche un tentativo di bloccare l’affondamento, infatti il pubblico ministero federale del Brasile ha cercato di fermare le operazioni con diversi ricorsi in tribunale, avvertendo delle catastrofiche conseguenze e sottolineando che la struttura contiene 9, 6 tonnellate di inchiostri e altri materiali altamente pericolosi per l’ambiente marino e la sua fauna.
Come è facile immaginare, notizia di questo tipo suscitano pareri molto contrastanti e l’opinione pubblica si è unita alle associazioni ambientaliste che hanno protestato.
La struttura è stata definita dall’associazione ambientalista francese, Robin des Bois, come un pacco tossico da 30mila tonnellate, tuttavia proprio per questo motivo, i militari hanno ribattuto che ci sarebbero stati molti rischi legati al traino della stessa.
Nonostante il rischio di gravi danni ambientali a causa del danneggiamento dello scafo in più punti, non c’è stata altra soluzione perché anche rimanendo ormeggiato, pian piano le sostanze dannose si sarebbero sciolte nell’aria e quindi contaminato le persone.
Il naufragio è stato pianificato per ieri e la ex portaerei è stata fatta affondare a una profondità di 5000 metri e a una distanza di 350 chilometri dalla costa brasiliana.
Si è sollevata la voce di tante ong ambientaliste come Greenpeace, Sea Shepherd e Basel Action Network, che hanno denunciato il gesto come una violazione dei tre trattati internazionali sull’ambiente poiché l’affondamento causerà danni importanti sulla vita marina e sulle comunità costiera.
Le associazione hanno realizzato una dichiarazione congiunta per denunciare l’affondamento ma purtroppo ormai quel che è fatto è fatto e in molti si chiedono se sia stata la soluzione giusta.
La Foch era una nave ammiraglia della Marina francese e ha navigato per molto tempo alla ricerca di un porto come rifugio. La costruzione risale agli anni Cinquanta nel cantiere navale di Saint-Nazaire e per 37 anni ha servito i militari parigini prima di essere acquistata dal Brasile, che l’ha chiamata con il nome di San Paolo.
Purtroppo a causa del suo degrado e di altri problemi legati a un incendio che l’ha colpita nel 2005, il Paese ha deciso di disfarsene, anche perché il suo ammodernamento sarebbe costato troppo.
Così è stata acquistata dalla Turchia nel 2021, precisamente dal cantiere navale Sok Denizcilik. Però il Paese ha minacciato di abbandonarla di nuovo perché non si trovava un porto che l’accogliesse. Finalmente l’anno seguente arriva il via libera da parte delle autorità brasiliane per essere trasferita in Turchia per lo smantellamento.
L’odissea della Foch però non finisce qui, infatti mentre era in viaggio, le autorità ambientali turche la bloccarono all’altezza dello Stretto di Gibilterra, facendo sapere che non era più la benvenuta. Così la portaerei ha invertito la rotta ma non aveva un porto dove andare, nonostante fosse stato accertato che i danni allo scafo peggioravano, nessuno ha proceduto per smantellarla in modo corretto. Oggi, il Brasile si è trovato costretto a procedere in questo modo.
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