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Brasile, i pro Bolsonaro irrompono in Parlamento: scontri tra manifestanti e forze dell’ordine

I sostenitori dell’ex presidente del Brasile jair Bolsonaro hanno fatto irruzione in parlamento. L’ex capo di stato ha deciso di non essere presente alla cerimonia del passaggio dei poteri che decretava l’inizio del mandato del nuovo capo di stato Lula. Ha deciso di volare negli Usa e dopo la sua partenza sono emersi danni ingenti al noto palazzo dell’Alvorada che sono stati attribuiti a lui. Torna anche l’indiscrezione che vede Bolsonaro desideroso di prendere la cittadinanza in Italia.

Assalto dei pro Bolsonaro al Parlamento brasiliano – Nanopress.it

Il leader di destra ha subito una sconfitta importante, non tanto per la percentuale di voti, ma per la sua convinzione che lo vedeva ancora vincitore e al timone del Nazione. I brasiliani, però, hanno deciso di affidare all’ex sindacalista e leader di sinistra Lula la guida del Brasile. Il popolo, ciò nonostante, è diviso a metà e lo ha manifestato chiaramente già dalla campagna elettorale che ha preceduto le elezioni presidenziali brasiliane. Un’insolita partecipazione popolare a questa sfida politica ha portato a scontri e tumulti, che hanno creato tensione e nervosismo nella quotidianità. La sofferenza degli ultimi anni dovuta prima alla pandemia da Covid-19 e successivamente appesantita dal conflitto in Ucraina, hanno fatto riversare lo stress e il malcontento per la crisi economica nella questione politica.

La sconfitta di Bolsonaro e le manifestazioni successive

L’ex capo di stato Bolsonaro ha sempre avuto una condotta di stampo militare e improntata allo sviluppo delle classi più abbienti e non verso la parte più povera della popolazione brasiliana. La sua politica di destra ha trovato molto consenso nelle grandi città e anche sostegno da parte di imprenditori e della fascia più agiata del popolo. Per le elezioni presidenziali ha costruito una campagna elettorale importante nella quale ha sostenuto le sue idee politiche e di sviluppo ma ha, soprattutto, criticato e gettato fango sul suo oppositore Lula.

I due politici hanno idee completamente agli antipodi e si sono scontrati anche in duelli televisivi ore elezioni che hanno evidenziato le differenza ma anche l’astio tra i due candidati. La strategia di puntare a screditare il suo diretto concorrente alla presidenza del Brasile è stata portata avanti rammentando più volte che Lula è stato recentemente accusato di diversi reati e che così il Brasile avrebbe avuto un criminale come capo di stato.

Il procedimento a carico del nuovo presidente è reale ma concluso e così ha potuto concorrere legittimamente alle presidenziali. Le accuse,.oltretutto, arrivano da chi è accusato di aver manipolato magistratura e sottratto fondi statali e che, tra l’altro vede anche i propri figli accusati di illeciti. Lula ha invece puntato tutto sulla fascia più povera dei brasiliani promettendo di attuare provvedimenti atti al fornire sostegno economico ma anche per garantire il diritto d’istruzione.

Un altro focale di Lula è quello di aver a cuore la salvaguardia dell’ambiente e il voler fermare la deforestazione selvaggia. Problema che non ha minimamente preoccupato Bolsonaro che ha invece spinto enormemente l’acceleratore sul problema.

Il primo turno delle elezioni ha, contro tutti i sondaggi, decretato un pareggio tra i candidati alla presidenza. Il ballottaggio ha consegnato la vittoria a Lula e infranto i sogni di gloria del leader di destra. Inizialmente si temeva che non avrebbe lasciato il comando in maniera pacifica ma in realtà ha accettato la sconfitta senza obbiettare come previsto. Da quel momento sono scoppiate in tutto il Brasile proteste dei pro Bolsonaro che non hanno accolto di buon grado la sconfitta del loro leader. Le manifestazioni hanno portato a scontri e blocchi stradali che sono proseguiti settimane.

In realtà la situazione è ancora delicata e la tensione molto alta. Prima dell’insediamento di Lula un esponente di destra ha escogitato un attacco bomba all’aeroporto di Brasilia che però è stato sventato dalle autorità brasiliane. Anche durante la cerimonia ufficiale è stato fermato un uomo armato che voleva colpire il capo di stato. In tutto questo però Bolsonaro non era presente e ha deciso di non presenziare alla cerimonia partendo per gli Stati Uniti.

L’assalto dei bolsonaristi al Parlamento  e l’indiscrezione sulla cittadinanza italiana

Una marea di sostenitori dell’ex presidente brasiliano Bolsonaro hanno preso d’assalto la zona del Parlamento a Brasilia facendo irruzione nel cortile che circonda il Palazzo. La zona era presidiata dalle forze dell’ordine ma i bolsonaristi sono riusciti a forzare il blocco delle forze dell’ordine e decine di manifestanti hanno raggiunto il tetto dell’edificio.

La polizia ha utilizzato ordigni stordenti e gas lacrimogeni per placare i tumulti ancora in corso. Le autorità governative stanno seguendo la vicenda in diretta e ciò che mostrano le immagini è quando di incredibile. Una marea umana che ha inondato le strade con la bandiera carioca sulle spalle e non accenna a indietreggiare.

Bolsonaro ha deciso di partire qualche giorno prima dell’insediamento di Lula e ha raggiunto gli Stati Uniti per rimanere diverse settimane. Una fuga che ha alzato la curiosità mediatica ma anche dubbi e domande in merito alla scelta fatta. Inizialmente sembrava che fosse partito solo ma in realtà ad oggi si pensa che non abbia, almeno per ora, intenzione di tornare in Brasile.

Prima di lasciare il Paese però ha lasciato un regalo di benvenuto al suo successore ovvero ingenti danni al palazzo residenziale di Brasilia. Lula ha vissuto durante i suoi due mandati all’interno del palazzo dell’Alvorada e quando ha visto le condizioni attuali è rimasto senza parole. Sua moglie ha poi pensato di documentare tutto chiamando un giornalista di TV Globo che ha mostrato le immagini dei danni. Tappeti e pareti imbrattate ma anche opere d’arte rovinate e lasciate alla luce ma non solo perché moltissimi oggetti e complementi di arredo mancano all’appello.

Sarà necessario effettuare lavori di ripristino e perciò il trasferimento di Lula è rimandato a causa della ripicca di Bolsonaro. Il presidente uscente è di nuovo stato travolto dall’indiscrezione che lo vede interessato a prendere la cittadinanza in Italia. Notizia che non è di certo nuova ma in realtà rimbalza in rete dal 2019 e ha sollevato domande e anche le risposte delle autorità italiane.

Innanzitutto va spiegato che la possibilità che venga riconosciuta la cittadinanza italiana a Bolsonaro è qualcosa di concreto. Questo per già delle sue origini italiane dato che entrambi i nonni, sia paterni che materni, provengono dalla provincia di Padova. La famiglia è emigrata in Brasile nel 1988 e ha cambiato la Z del cognome Bolsonaro con l’attuale S di Bolsonaro. Anche gli stessi funzionari del governo hanno spiegato però a novembre 2022 che non è stata avanzata nessuna richiesta ufficiale di Jair mentre hanno chiesto la cittadinanza italiana i suoi due figli Flavio e Eduardo. Il senatore Mazzi ha spiegato hanno avanzato la richiesta nel 2019. A novembre un giornalista ha sorpreso Flavio in ambasciata a Brasilia dhe ha ammesso di essersi recato appositamente per sollecitare la richiesta.

La posizione giudiziaria di Bolsonaro e dei suoi figli troverebbe sicuro giovamento nel rispondere ufficialmente in un altro Paese e quindi in Italia. Le vicende fiscali prenderebbero sicuramente una piega differente. Nulla di certo ma l’idea di seguire la strada dei figli potrebbe essere una strada percorribile per Bolsonaro e la sua richiesta sarebbe accolta data la discendenza di sangue. Ma va anche sottolineato che l’Italia ha anche avuto grazie al presidente uscente l’estradizione di Cesare Battisti e quindi ha una sorta di leva da utilizzare.

Ora l’attenzione è tutta sulla rivolta in atto che mostra un malcontento presente e ben radicato tra il popolo. La carica del presidente Lula non è accettata da molte persone e la situazione sta degenerando preoccupando le autorità brasiliane.

 

Il ministro della Giustizia Flavio Dino ha scritto  su Twitter:Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia”. 

Rodrigo Pacheco, presidente del Senato, ha contestato gli “atti di terrorismo” visti a Brasilia e ha sottolineato, inoltre, che i golpisti devono “subire immediatamente tutto il rigore della legge”.  Il politico ha avuto modo di confrontarsi al telefono con  Ibaneis Rocha, governatore di Brasilia e ha detto in merito:Ho parlato poco fa, per telefono, con il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha” spiegando chesta concentrando gli sforzi di tutto l’apparato di polizia per controllare la situazione” sottolineando poi che “le forze di sicurezza del Distretto Federale sono impegnate insieme oltre al contingente di polizia di cui dispone il Parlamento”.

Le forze militari intanto sta sparando proiettili di gomma e stordenti dagli elicotteri per disperdere i manifestanti, secondo quanto riportato dai media locali. Il primo piano del Senato è stato distrutto dagli assalitori, che sono poi passati al secondo piano dell’edificio. Nonostante la polizia legislativa e gli artificieri abbia riportato sotto controllo il primo piano, la parte superiore dell’edificio è ancora invasa dai pro Bolsonaro. L’intervento di due elicotteri della polizia federale e militare è stato decisivo nel riuscire a smaltire parte della folla infuriata.

Il capo di Stato Lula ha indetto una riunione d’emergenza con i ministri dell’esecutivo. In questo momento il presidente si trova nello Stato di San Paolo, dove sono avvenute   alluvioni. All’incontro partecipano i ministri della Difesa, della Giustizia e dei Rapporti istituzionali. Il leader ha definito l’assalto dei bolsonaristi come un gesto “vandalo e fascista”.

Data la tensione in atto le autorità hanno richiesto l’intervento delle forze federali. Lula ha precisato che:  “Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati. Valutiamo la possibilità di schierare l’esercito per far sgomberare”.

Il segretario di Pubblica sicurezza del Distretto federale ed ex ministro della Giustizia e delle Pubblica sicurezza del governo Bolsonaro ha affermato su Twitter:  “il disordine è inconcepibile e la mancanza di rispetto per le istituzioni è inaccettabile. Ho stabilito che tutti i membri della Polizia Militare e della Polizia Civile agiscano con fermezza affinché l’ordine venga ripristinato con la massima urgenza. Il vandalismo e la depredazione saranno combattuti con il rigore della legge”.

La deputata Joice Hasselmann ha twittato invece che i: “Bolsonaristi radicali che istigano al golpe militare stanno cercando di invadere il Congresso nazionale”.

Sono arrivate anche le parole del ministro Tajani che ha condannato fermamente l’assalto al parlamento del Brasile così come sono arrivate le parole della Casa Bianca che ha riferito che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta seguendo la vicenda da vicino.

L’Ue ha condannato il tentativo di sabotaggio attuato dai bolsonaristi che non hanno accettato la vittoria di Lula e continuano con la violenza ad opporsi al nuovo capo di stato.

Dopo ore di contrasti e ferocia nell’assalto dei bolsonaristi al Parlamento, la situazione sta lentamente tornando alla normalità a Brasilia. La polizia ha ripreso anche il pieno controllo della sede del Parlamento, dopo il Palazzo Presidenziale e il Tribunale Supremo Federale.

Lula ha sottolineato inoltre che le forze dell’ordine di Brasilia:Non ha fatto niente, ha solo lasciato entrare i manifestanti“. È stato chiesto anche l’arresto dell’ex segretario di pubblica sicurezza del distretto federale di Brasilia Anderson Torres che ora, però, si trova all’estero.

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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