Il presidente del Brasile Lula ha presenziato ufficialmente alla Cop27 ovvero il summit sull’andamento del clima. L’ex sindacalista è stato accolto con entusiasmo e le sue proposte racchiudono le speranze di molti ambientalisti ovvero poter salvare la foresta amazzonica.
La missione del nuovo capo di stato brasiliano è quella di rendere di nuovo splendente il Brasile dopo un periodo nel quale, con il governo bolsonaro, le relazioni Internazionali hanno subito un deterioramento importante. Una politica completamente diversa da quella del presidente uscente che rappresentava l’estrema destra. Ha lasciato il posto a una politica ambientalista improntata sull’istruzione che si appresta a voler cambiare l’andamento del Paese.
Queste elezioni brasiliane hanno rivelato una netta spaccatura nel Paese che ha portato però alla vittoria, seppur non di molto, il presidente Lula. La sua politica comprende tematiche completamente diverse da quelle del presidente uscente Bolsonaro che è più improntato invece ad un regime autoritario e meno all’ascolto del popolo.
La campagna elettorale è stata contornata da manifestazioni e proteste che hanno poi provocato vere e proprie rivolte nel Brasile. il primo turno doveva essere quello vincente per l’ex sindacalista Lula ma così non è stato perciò il Brasile è dovuto ritornare alle urne per il ballottaggio che ha visto trionfare la sinistra
Si temeva che Bolsonaro non accettasse la sconfitta e provocasse appositamente disordine all’interno della nazyione. Le rivolte si sono verificate in quasi tutto il paese e i sostenitori della destra hanno circondato le caserme chiedendo alle forze militari di intervenire per fermare il passaggio politico da Bolsonaro a Lula
Lo stesso presidente uscente però ha chiesto ai suoi sostenitori di manifestare in maniera pacifica e di sciogliere i blocchi stradali che stavano rendendo difficile l’economia del paese. A tutti gli effetti il presidente Lula ora ha la possibilità di apportare importanti modifiche nel sistema governativo brasiliano anche se il suo mandato comincia in un momento di buio internazionale.
L’idea di Lula è quella di riportare il Brasile allo splendore che ebbe durante il suo governo dal 2003 al 2011. In quel periodo l’economia brasiliana era cresciuta notevolmente e la popolazione aveva una condizione di vita nettamente migliore.
L’ex sindacalista, ora presidente, ha a cuore il benestare del popolo e della fascia più povera di esso. Non accetta che l’istruzione abbia un ruolo secondario è una delle sue priorità maggiori e sicuramente preservare l’ambiente e riuscire a cogliere il massimo senza danneggiare la natura che è quella che ci dà al maggior sostentamento. Il suo impegno nel l’ambientalismo e nel salvare l’amazzonia è stato confermato anche alla Cop27 questo mercoledì a Sharm El Sheikh.
Proprio in questi giorni si è tenuta la conferenza sull’andamento climatico a Sharm El Sheikh nota come Cop27 che quest’anno ha mostrato i devastanti esiti del cambiamento climatico che devono essere trattati immediatamente per scongiurare carestie e ulteriori fenomeni ambientali preoccupanti.
Il presidente del Brasile Lula ha deciso di intervenire personalmente a Sharm El Sheikh per portare avanti il suo impegno nel preservare la foresta amazzonica e nel riportare allo splendore un luogo necessario per la biodiversità mondiale.
Nonostante non sarà impresa semplice, ha fatto promesse precise e decise precisando che andrà conto l’opposizione di destra ogni volta che sarà necessario. La destra tenterà di dare priorità ad altre questioni piuttosto che a quella ambientale. Il presidente però nonostante tutto è consapevole di dover affrontare una situazione tesa e difficile ma non ha nessuna intenzione di lasciare correre. Ritiene che preservare l’ambiente sia una delle tematiche principali in cui convergere energie e attenzione.
Oltre a sottolineare l’impegno nella deforestazione, Lula ha sfruttato l’occasione della COP27 per dichiarare: “Desidero dirvi che il Brasile è tornato. Il Brasile è tornato per riallacciare i suoi rapporti con il mondo e aiutare a combattere la fame. Per cooperare di nuovo con i paesi più poveri, a cominciare dall’Africa, e per cooperare nel trasferimento di tecnologie e per costruire un futuro migliore per i nostri popoli.”
Ha poi concluso: “Siamo tornati. Siamo tornati per costruire un nuovo ordine mondiale basato sul dialogo e sul multilateralismo.”
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