Le elezioni in Brasile avranno fine con il ballottaggio in previsione per la prossima settimana che eleggerà il nuovo presidente del Brasile. Una lotta all’ultimo sangue tra Bolsonaro e Lula e una campagna politica violenta e corredata da scontri popolari.
Siccome non si è potuta decretare una vittoria schiacciante al primo turno ci si appresta ad affrontare l’ultima votazione brasiliana. I due candidati alla presidenza stanno facendo di tutto per portare il popolo dalla loro parte. È andato in onda nelle scorse ore un duello televisivo davvero atteso e un dibattito definito ‘storico’ dai media locali. Da un lato vediamo il presidente uscente Bolsonaro e rappresentante dell’estrema destra e dall’altro Lula, sfidante dell’opposizione decisamente più democratica.
Il dibattito è cominciato quando ha preso parola lo sfidante Lula, che ha elogiato le imprese compiute dal Brasile quando era proprio lui a guidarlo. Difatti il rappresentante della sinistra è stato al comando dal 2003 al 2010 fino al momento in cui è stato accusato di corruzione successivamente però l’accusa è caduta.
Ha messo un particolare focus sull’istruzione e sul creare nuove strutture scolastiche partendo dalle statali primarie alle università. Un obiettivo di Lula è quello di creare nuove generazioni competenti e che possano avere un futuro roseo e possibilità future concrete.
Ha criticato inoltre la condotta di Bolsonaro in merito alla politica Covid inizialmente ritenuta un’influenza dal premier e che ha portato invece a moltissimi decessi successivamente.
Bolsonaro in risposta a quest’ultimo attacco ha affermato che il Brasile è stato uno dei primi a programmare la fase vaccinale non appena possibile e a somministrare le prime dosi. A questa però l’ex sindacalista Lula ha risposto così: “Il fatto concreto è che la loro negligenza ha causato la morte di 680.000 persone, quando più della metà avrebbe potuto essere salvata”.
Dopodiché il dibattito si è spostato verso le varie domande dei giornalisti che hanno in primis la capacità di rispettare la separazione dei poteri. Entrambi hanno detto di sì e la questione si è spostata sull’economia.
Lula si è scagliato contro le privatizzazioni soprattutto delle aziende di raffineria e produzione energetica. Dal suo lato Bolsonaro ha spiegato che l’aumento dei prezzi è dovuto alla pandemia e alla guerra in Ucraina. Accuse reciproche per corruzione e entrambi hanno definito l’altra parte vicina a cosche criminali.
Il ballottaggio del 30 ottobre eleggerà il nuovo presidente del Brasile tra critiche e aspettative. Dopo l’esito dei sondaggi, che avrebbero dato Lula come nuovo presidente e addirittura al primo turno, aleggia nel Paese uno stato di incertezza.
Un testa a testa che soltanto le votazioni riusciranno a placare. Nel caso dovesse vincere Lula si è cominciato a pensare da tempo alla reazione di Bolsonaro che non accetterebbe una sconfitta. Lo ha fatto presente più volte e questo ha creato disagio e timore tra i brasiliani che hanno paura a esprime liberamente la loro opinione politica.
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