Gli insulti razzisti sui campi di calcio non accennano a fermarsi. Per questo motivo, è stata vista necessaria un’azione dimostrativa sì, ma molto efficace. E ad esserne protagonista è stata la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro.
Per dire “basta” agli insulti che un calciatore brasiliano ha avuto durante una partita in Spagna, la statua più famosa della città è stata spenta per un’ora.
Un’azione dimostrativa sì, ma necessaria per dare una scossa definitiva ad una delle piaghe più annose che, ancora, si perpetrano sui campi di calcio. Quella degli insulti razzisti. A caderne vittima, questa volta, è stato il calciatore 22enne brasiliano, di stanza al Real Madrid, Vinicius Jr.
Il calciatore, durante una partita con la sua squadra, è stato sommerso di insulti a sfondo razziale e, per questo motivo, il suo paese ha deciso di fare qualcosa di molto importante, non solo per difendere una delle sue stelle calcistiche più importanti, ma anche e soprattutto tutti i calciatori che sono oggetto, ancora, di questo tipo di barbarie gratuita.
La più importante statua e la più conosciuta al mondo del Brasile, il Cristo Redentore, è stata spenta per un’ora, dalle ore 18 alle ore 19 di ieri, proprio in solidarietà al giovane calciatore 22enne: “Nero e imponente. Così è il Cristo Redentore. Un’azione di solidarietà che mi commuove” – sono state queste le parole che lo stesso Vinicius Jr. ha postato sui social, a corredo della foto.
Un Cristo Redentore che non si vede più, completamente al buio, ma soprattutto “nero”, come una delle parole più offensive che di solito vengono rivolte durante gli insulti razzisti. La collina del Corcovado, sempre illuminatissima, proprio per dare lustro al Cristo, è rimasta invece al buio. Non per un guasto all’impianto elettrico, ma per dire quel definitivo “basta” al razzismo.
“Voglio, soprattutto, ispirare e portare più luce alla nostra lotta” – ha continuato, nel suo post, il calciatore del Real Madrid. Dal santuario del Cristo Redentore, invece, hanno fatto sapere che la decisione di spegnere l’illuminazione alla sacra immagine è stata fatta come “simbolo della lotta collettiva contro il razzismo e in solidarietà con Vinicius e tutti coloro che subiscono pregiudizi in tutto il mondo”.
Un Paese intero, nel suo principale simbolo, si schiera con i suoi calciatori ma, anche, con tutti coloro che continuano ad esser vittime di razzismo e di insulti che non fanno altro che denigrare e far degenerare il calcio (in questo caso specifico) ancora di più. A parlare è stato anche il presidente brasiliano Lula da Silva, che ha auspicato che sia la Fifa che la Liga adottino “misure serie perché non possiamo permettere che il fascismo e il razzismo prendano il controllo degli stadi di calcio” – ha spiegato.
Una situazione che sembra non voler mai finire, ma forse questa volta, dopo che un Paese intero si è schierato a difesa del suo calciatore, l’appello non può essere ignorato.
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