Anche se non ci sarà nessun muro fisico a dividere Italia e Austria, Vienna sta lavorando per permettere maggiori controlli nel flusso di persone che attraversano il confine del Brennero, aumentando quindi le limitazioni alla circolazione in Europa. Allarmismi a parte, ci prova Arno Kompatscher, il presidente della provincia dell’Alto Adige, a rasserenare gli animi, affermando – in una intervista a L’espresso – che il piano presentato dalla polizia austriaca era previsto da mesi. Le nuove regole prevedono maggiori controlli, procedure accelerate, rimpatri forzati e fino a 14 giorni di fermo per i richiedenti asilo che arriveranno via terra. Ma come funzioneranno in controlli secondo il progetto austriaco? Vediamo quali sono le misure annunciate dall’Austria per far fronte all’emergenza migranti.
Dopo la Macedonia, Slovenia e l’Ungheria, anche l’Austria, sulla scia della vittoria elettorale dell’estrema destra, ha deciso di usare il pugno duro contro i migranti che premono per entrare in Europa, nonostante la condanna espressa da Amnesty International circa le modifiche di Vienna alla legge per la protezione dei rifugiati.
Controlli aumentati sui mezzi di locomozione pubblici e privatiIl Consiglio nazionale austriaco ha approvato un pacchetto di norme che permetterà alle forza dell’ordine al confine austriaco maggiori controlli su chi passa, eventualmente provvedendo ad arresti e respingimenti. Di certo l’obiettivo è accelerare le procedure di selezione sui profughi in arrivo con qualunque mezzo: via treno, via auto o altri veicoli, come i tir. Vienna chiede anche di poter effettuare quindi controlli anche sui vagoni dei treni già da quando questi si trovano in territorio italiano, a Fortezza.
Polizia e presidi a BrenneroA presidiare i binari ferroviari e i treni ci saranno agenti di polizia pronti a fermare e respingere migranti privi di documenti, mentre sulla strada statale che attraversa Brennero ci sarà un presidio fisso della polizia austriaca. Sulle autostrade di confine, inoltre, sarà imposta una velocità massima di trenta chilometri orari, con in più la formazione di quattro corsie, metà per i Tir e metà per le macchine, per consentire i controlli approfonditi. Da giugno duecentocinquanta poliziotti saranno in servizio al Brennero, una rete di 370 metri verrà utilizzata solo in caso di necessità mentre c’è la possibilità di schierare anche l’esercito.
Il paradossoArno Kompatscher, il presidente della provincia dell’Alto Adige, fa emergere un paradosso: ”Non si rendono conto forse che stanno mettendo in gioco i valori più profondi e le conquiste dell’Europa unita. Il Brennero è un simbolo. È il simbolo di un’Unione che si è liberata dal conflitto. Le barriere non sono mai una soluzione: saranno solo un problema per tutti. Ed è un paradosso, stiamo investendo 9,6 miliardi di euro di soldi pubblici per un tunnel (la galleria di base del Brennero, ndr) che unisca in modo più veloce ed efficiente i nostri due paesi e poi si parla di reti metalliche, di barriere”.
La reazione dell’ItaliaL’Austria ha introdotto per il 2016 un tetto di 37.500 richiedenti asilo, va detto però che i numeri tanto sbandierati come ”emergenza” non sono realistici. Un portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni in Italia ha chiarito che ad aprile sono arrivate via mare 8.200 persone. La metà dell’anno precedente. Complessivamente i dati degli sbarchi, per i primi quattro mesi dell’anno, sono del tutto simili a quelli del 2015. Dopo la conferenza stampa con cui la polizia austriaca ha illustrato i passaggi previsti per il ripristino dei controlli è intervenuto anche il premier Matteo Renzi, che ha dichiarato che: ”L’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro”, e poi è tornato a sottolineare che ”non c’è alcun elemento che giustifichi la chiusura del Brennero e quindi pensiamo che le autorità austriache non potranno che rispettare la normativa Ue”.
A rischio commercio e turismo[veedioplatform code=”5e286f0fded6109188881a01a3edc95a”]
C’è chi ha paura dei maggiori controlli al valico del Brennero, soprattutto per ciò che riguarda i mancati guadagni del settore turistico e commerciale, che alcuni temono possano arrivare fin oltre i 10 miliardi. Basti pensare che ogni anno transitano su tir, per questo accesso, ben 29 milioni di tonnellate di merci di un totale di 89 milioni di tonnellate (dati 2013 di Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero). Ai quali si aggiungono 11,7 milioni di tonnellate di merci che viaggiano su ferrovia tra Austria e Italia. Tanti artigiani e commercianti della provincia di Bozen-Bolzano temono dunque che la chiusura del Brennero possa rappresentare un serio pericolo di danno economico, stimato dagli artigiani della Cgia di Mestre in circa 9,5 miliardi di euro l’anno, a spese in particolare delle aziende del settore autotrasporti. E poi c’è un altro settore a rischio, ed è il turismo: ”Abbiamo stimato che se soltanto l’un per cento dei turisti che passano al Brennero venisse a mancare, l’economia dell’Alto Adige perderebbe almeno 30 milioni di prodotto interno lordo”, ha confermato Luciano Partacini, direttore dell’ufficio politiche economiche della Camera di Commercio di Bolzano.
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