Il percorso museale nello stabilimento Leonardo Sistemi di Difesa di Brescia è stato inaugurato nel dicembre del 2013 con l’intento da parte dell’Associazione Museo della Melara di valorizzare e promuovere la storia della Società e dell’Industria della Difesa italiana. Il fine è recuperare la memoria storica e l’importanza che la Breda meccanica Bresciana ha avuto nella produzione di armi leggere. La sua capacità e il genio, tutto italiano, di rispondere alle specifiche esigenze che la nazione e il mercato richiedevano in quel momento storico.
I Musei Leonardo sono i testimoni d’eccezione della memoria tecnologica industriale del nostro paese, ed esprimono la piena consapevolezza che la cultura industriale della nostra epoca si formi anche all’interno delle imprese. Il ruolo della Associazione Museo della è quello di promuovere attività di studio, di ricerca, di formazione e divulgazione nelle aree tematiche della storia della difesa, della storia sociale e dell’archeologia industriale.
“Far conoscere la storia industriale di questa società è estremamente importante” dice Gianpiero Lorandi, Capo Divisione Sistemi di Difesa. “La Breda meccanica Bresciana ora confluita nella Leonardo Sistemi di Difesa è stata fondata nel lontano 1924 come la sesta sezione della città italiana Ernesto Breda. E’ nata con lo scopo di creare un comparto specializzato esclusivamente nello studio, la progettazione la costruzione di armi leggere”.
“Dal 2011 ad oggi è stato visitato da circa 7mila persone – afferma Maurizio Martina, presidente Gruppo Lavoratori Seniores – varie associazioni, scuole, cittadini comuni. Un episodio che mi ha toccato particolarmente nel corso degli anni? Non ho dubbi: è stato quando uno dei visitatori ha riconosciuto all’interno di queste fotografie i propri genitori”.
“L’offerta culturale e didattica che maggiormente attrae il nostro pubblico – prosegue – in particolare i giovani è la visita al rifugio antiaereo. Il bunker utilizzato allora dalle maestranze è stato costruito oltre 70 anni fa dall’azienda, durante il piano di protezione antiaerea”.
Il bunker antiaereo, recentemente restaurato, restituisce al visitatore l’impatto emotivo forte della guerra. “Il bunker è un rifugio antiaereo e antigas che è stato costruito nel 1940 – dice Martina – dove all’interno venivano ricoverati i dipendenti durante le incursioni aeree”. “Una delle tante fotografie a cui sono legato è quella che rappresenta l’asilo nido che c’era all’interno dell’azienda” conclude Martina. Consideriamo che durante il periodo della guerra qui c’erano cinquemila persone e la maggior parte dei lavoratori era composto da donne, perché gli uomini erano al fronte”.
Il percorso museale è composto, oltre che dalla visita al bunker, anche da una mostra permanente, che raccoglie 200 immagini in bianco e nero e racconta la storia dell’azienda attraverso suggestive visioni industriali, e da un archivio storico suddiviso nelle due sezioni di La Spezia di Brescia, che conserva documenti, disegni tecnici, fotografie, manualistica tecnica, libri e modelli.
“I documenti parlano, i documenti raccontano, attraverso un archivio noi possiamo conoscere storie che rimangono per molti anni dimenticate”, afferma poi l’archivista Alessandra Vesco. Attraverso le fotografie abbiamo una lettura della storia diversa. “Quindi vari documenti, sia tecnici che fotografici che brochure, tutta la letteratura ‘grigia’ insomma, viene analizzata da un punto di vista archivistico in maniera complementare”. Un modo di studiare le fonti ‘incrociato’ che aiuta a raccontare la storia di una società altrimenti dimenticata.
In collaborazione con AdnKronos
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