Brescia: studenti contro la nuova preside per il comportamento con il bidello

Ci troviamo al liceo Arnaldo di Brescia e da questo istituto ci arriva una storia singolare riguardante un bidello che è stato costretto a lavare l’auto della nuova preside.

Assemblea al liceo Arnaldo
Assemblea al liceo Arnaldo – Nanopress.it

Si chiama Gerardo e oggi c’è stata un’assemblea nel cortile della scuola perché gli studenti si sono schierati con lui e contro la nuova preside per questo gesto.

Cosa è avvenuto al liceo Arnaldo di Brescia

Nel liceo classico di Brescia le acque sono abbastanza movimentate, infatti gli studenti sono arrabbiati per il comportamento della nuova dirigente scolastica.

La donna avrebbe costretto lo storico bidello Gerardo a lavare i vetri della sua automobile e dal momento che questa non è una mansione che aspetta nel suo ruolo, in molti hanno storto il naso.

Il buon bidello è conosciuto da tutti e affettuosamente viene chiamato Gerry, nome che spicca in tantissimi fogliettini colorati che hanno invaso oggi la scuola, segno della solidarietà verso l’uomo.

Bigliettini
Bigliettini – Nanopress.it

Il collaboratore scolastico è apprezzato anche dai docenti del liceo, infatti anche loro si sono uniti all’assemblea nel cortile scolastico che è stata improvvisata questa mattina in segno di protesta.

I metodi autoritari della nuova preside non sono piaciuti insomma perché troppo sopra le righe.

Non è stato solo questo l’episodio ma molti altri, tuttavia potremmo definirlo come la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

La preside ha costretto Gerardo a lavarle l’auto

La vicenda si è svolta nella giornata di ieri, quando la preside avrebbe richiesto a Gerardo di lavare i vetri della sua automobile.

Il dipendente lo ha fatto a testa bassa senza obiettare e rimanendo umile, però non è andato a genio nemmeno a lui questo gesto.

Infatti il giorno seguente, ovvero oggi, non si è presentato a lavoro e ha chiesto alcuni giorni di permesso per motivi personali.

Gerry è un collaboratore storico del ginnasio e mai in tutta la sua carriera si era trovato a fare una cosa del genere, un lavoro umiliante che non spetta nelle sue mansioni.

Proprio in segno di solidarietà verso il bidello, alunni e docenti avevano dei post-it sui vestiti con scritto “I’m Gerardo“, gli stessi che poi a fine giornata sono stati appesi fra le mura dell’Istituto.

Il punto di vista dei docenti e della preside

Tutto ciò non è ovviamente passato inosservato agli occhi della preside che per difendersi è intervenuta nell’assemblea negando l’accaduto.

Le proteste non erano dovute solo a questo episodio ma anche ai rapporti tesi della preside con i professori, infatti secondo quanto appreso, fin dal suo insediamento non è stata vista di buon occhio.

I docenti denunciano che già al primo collegio si rivolgeva loro con atteggiamento chiuso e molto autoritario e senza ascoltare i loro pareri.

Anche in quell’occasione aveva atteggiamenti umilianti, ad esempio avrebbe detto a un docente che doveva chiedere il permesso per andare in bagno.

La donna non è ben accetta perché sembra guardare più alla forma che alla sostanza, con comportamenti non idonei e decisioni prive di fiducia nei docenti, con cui invece dovrebbe collaborare nella gestione del liceo.

Avrebbe poi insistito per spostare il suo ufficio in un’altra ala dell’Istituto, costringendo così all’acquisto di nuovi arredi.

Insomma una situazione burrascosa e caotica sfociata con questo “sfregio” verso l’amato Gerry e in merito a questo, la Fogliata ha detto che sarebbe stata un’iniziativa del bidello e non un abuso di potere come sostengono tutti.

Secondo la versione della preside, Gerardo non le ha fornito la spugna che gli aveva chiesto per togliere la resina dal vetro della vettura ma si sarebbe offerto di farlo lui e i motivi della sua assenza sono esclusivamente familiari.

La vicenda è arrivata al provveditore che incontrerà a breve la preside per fare il punto della situazione dopo il nuovo insediamento. Per quanto riguarda tutto ciò, si augura in un fraintendimento e che comunque sia stato fatto come favore e non come atto dovuto anche perché non è compito di un collaboratore fare queste cose.

 

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