La Brexit è realtà, dopo quattro anni di tira e molla tra Regno Unito e Unione europea. Alla mezzanotte (in Italia) di venerdì 31 gennaio Londra potrà mettere in pratica la volontà della maggioranza dei suoi cittadini che, nel referendum del 2016, hanno espresso attraverso il voto la volontà di ottenere la piena autonomia chiedendo di staccarsi dall’UE. Ma cosa cambierà in concreto per i cittadini dopo la Brexit?
Il Regno Unito sarà ufficialmente fuori dall’UE dal primo febbraio 2020, dopo un matrimonio durato 47 anni e quasi quattro anni di negoziati falliti con il consiglio dell’Unione Europea. Il divorzio, infatti, era previsto per il 29 marzo 2019, data che fu poi rinviata al 31 ottobre per slittare definitivamente al 31 gennaio 2020.
Il momento è storico. Si tratta della prima nazione a uscire dall’Unione in 62 anni di vita. Ma tanti si chiedono: in concreto cosa cambia con la Brexit? Quali saranno le conseguenze per i britannici e per gli italiani?
Cosa significa la Brexit per tutti gli italiani che risiedono nel Regno Unito? Cosa cambierà nel quotidiano per i quasi 400mila connazionali ufficialmente registrati all’anagrafe del Consolato? E quale sarà il destino dei circa 1,2 milioni di britannici residenti in Europa?
L’effetto immediato sarà che all’interno dell’Europarlamento ci saranno 73 deputati in meno a fronte della perdita di 66 milioni di cittadini sudditi di Sua Maestà. L’Unione Europea diventa quindi più piccola, con la perdita del 5,5% di territorio. Londra non avrà più un commissario europeo e non potrà più partecipare ai Consigli europei o ad altre riunioni. I cittadini britannici saranno esclusi dai concorsi per funzionari Ue. Per tutti gli altri cambiamenti, invece, occorrerà aspettare un periodo di transizione che durerà fino alla fine del 2020. In sostanza, quindi, fino a fine anno il Regno Unito continuerà a seguire le regole europee. E poi?
Bruxelles e Londra non hanno in effetti ancora trovato un accordo che vada bene per tutti. Se l’UE chiede a gran forza “condizioni eque” per un accordo condiviso specialmente sulle questioni economiche, la Gran Bretagna vuole “zero dazi e zero quote”, ossia piena autonomia senza obblighi a seguire le regole in cambio di vantaggi commerciali.
Il vero divorzio tra Gran Bretagna e Unione Europea, salvo ulteriori novità, è quindi fissato per il 31 dicembre 2020. Fino a quella data c’è ancora tempo per negoziati.
Il nodo cruciale sono i diritti dei cittadini; leggendo con attenzione i punti dell’accordo sembra chiaro che la Brexit non avrà effetto per gli espatriati già registrati come residenti o per coloro che lo diventeranno fino al 30 giugno 2021. Per loro non cambierà niente e potranno godere dei i diritti che già hanno. La rivoluzione vera sarà successiva, quando verranno introdotte nuove norme sulla libertà di movimento e di entrata in Gran Bretagna, che potrà considerare gli europei come extracomunitari. Per entrare nel Paese dopo quella data, quindi, sarà necessario il passaporto e non sarà più sufficiente la carta d’identità. Inoltre sono allo studio anche nuove regole per i lavoratori e un nuovo sistema di visti per i turisti.
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