L’esito del referendum sulla Brexit avrà forti ripercussioni sull’economia globale già alle prese con una “fragile ripresa”. Il Fondo monetario internazionale lancia l’allarme. Secondo gli studi dell’istituto guidato da Christine Lagarde, il Pil mondiale risentirà dell’impatto della Brexit, spingendo al ribasso le stime sia per il 2016 che per il 2017 dello 0,1% rispetto alle proiezioni dello scorso aprile, portandole rispettivamente a 3,1% e a 3,4%. Anche il Pil italiano non è esente dal taglio. Il Fondo Internazionale vede una crescita dello +0,9% nel 2016 e del +1% nel 2017 rispetto al +1,1% previsto ad aprile per entrambi i periodi considerati.
Il Fondo monetario internazionale precisa che la Brexit “complica” le nuove proiezioni sulla crescita globale. Nonostante l’andamento “migliore del previsto” dell’economia nei primi mesi del 2016, “il peggioramento riflette le attese conseguenze macroeconomiche di un aumento considerevole dell’incertezza, anche sul fronte politico”. Secondo il Fmi l’incertezza dovrebbe pesare su investimenti e sul sentiment di mercato in generale, anche se finora “la reazione dei mercati finanziari è stata generalmente ordinata e contenuta”.
Tra le economie avanzate il Fmi vede una crescita negli Usa dell’1,8% sia nel 2016 sia nel 2017, con una revisione al ribasso di 0,1 punti per quest’anno e di 0,2 punti per il prossimo, anche per un primo trimestre più debole delle attese. Nel Regno Unito il Pil è stimato al +1,7% nel 2016 e al +1,3% nel 2017, con un taglio di 0,2 punti percentuali per quest’anno e di 0,9 punti per il prossimo rispetto a quanto stimato in aprile, prima del referendum sulla Brexit. Per Londra il Fmi prevede “un significativo indebolimento della domanda interna”. Secondo le stime della Commissione europea nella sua prima valutazione sull’impatto della Brexit, l’economia britannica potrebbe andare in recessione il prossimo anno, in seguito al voto sull’uscita dalla Ue. Ciò che influisce maggiormente sono i “ritardi nell’affrontare i problemi del settore bancario” che “continuano a porre rischi al ribasso alle stime”. “La Brexit è arrivata fra problemi non risolti nel sistema bancario europeo, in particolare per le banche italiane e portoghesi” conclude il Fondo monetario internazionale.