Il fronte del Remain non perde la speranza il giorno dopo il voto sulla Brexit che ha certificato l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e così una petizione popolare che chiede di rifare un secondo referendum ha superato 3 milioni e mezzo di firme e attende di approdare in Parlamento. Sul sito del governo britannico è infatti possibile presentare una petizione popolare per la presentazione di una legge: nel caso si superino le 100mila firme, la commissione di riferimento le prende in carico, le esamina e le presenta al Parlamento per una votazione. La petizione ha superato abbondantemente la soglia per iniziare l’iter, lasciando così una speranza che qualcosa, dopo il voto del 23 giugno, possa cambiare.
La sensazione è quella del day after. Il paese è per metà sotto choc e in molti si stanno chiedendo se non sia possibile fare qualcosa per tornare indietro. Il referendum sulla Brexit è infatti di tipo consultivo e non ha valore legale: è il Parlamento che, tenuto conto della volontà popolare, avvia le pratiche legislative per iniziare il percorso d’uscita dall’Europa.
Gli inglesi che sperano di bloccare il processo hanno firmato la petizione rivolta a quello stesso Parlamento che deve ratificare il voto del 23 giugno. Questa volta però si punta a rifare la votazione e a non tenere conto del primo risultato, proponendo una legge che obblighi la ripetizione di un referendum che non abbia raggiunto il 75 percento di affluenza (per la Brexit è stata del 72,5%) e in cui uno dei due schieramenti raggiunga il 60% delle preferenze (nel voto il Leave ha vinto per il 52,1%).
La petizione ora andrà al vaglio della commissione perché ha superato le 100mila firme richieste per superare il primo passaggio: pubblicata nelle prime ore del mattino dopo l’esito dello spoglio, ha superato quota 3,6 milioni di firme dopo due giorni, mandando in tilt il sito del governo più volte durante il giorno.
La vera domanda è se la commissione parlamentare la prenderà in visione per sottoporla al Parlamento, anche se sono in molti a dubitare delle basi costituzionali e legislative. Un primo indizio arriva dalla stessa commissione che ha passato al vaglio le firme e ne ha cancellate 77mila perché arrivate da persone che non vivono nel Regno Unito: le possibilità che si possa rifare il referendum però sono praticamente nulle.
La petizione era già presente sul sito del Parlamento inglese dallo scorso maggio, presentata da William Oliver Healey, esponente del partito nazionalista English Democrats, sostenitore tra l’altro della campagna per il Leave. Il suo intento era di chiedere una legge più severa sul referendum in senso stretto: non avrebbe immaginato che la sua petizione, ferma a 22 firme prima della Brexit, diventasse il simbolo di chi non vuole abbandonare l’UE anche dopo il voto.
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