Il 23 ottobre uscirà “Letter to You“, il nuovo album di Bruce Springsteen, dopo otto anni di silenzio. I temi del disco saranno la perdita, la gioia della musica e del rock’n’roll: si annuncia molto malinconico, ma d’altronde l’ispirazione nasce da un fatto molto persone accaduto al Boss.
Infatti, due anni fa si trovava al capezzale di George Theiss, appartenete alla prima band di Bruce, i Castiles: pochi giorno dopo averlo salutato, l’amico è spirato, rendendolo l’ultimo membro del gruppo ancora vivo. Impossibile non rifletterci su e da lì è nato il brano proprio “Last Man Standing”.
Il tour cancellato
Il tour mondiale, che doveva partire da San Siro con quattro date, previsto dopo la pubblicazione del disco è stato cancellato, con grande dispiacere del rocker. Una magra consolazione per i fan sarà il documentario diretto da Thom Zimny che racconta la creazione di “Letter to You“.
L’impegno politico di Bruce Springsteen
“Rainmaker“, canzone del nuovo album, è particolarmente impegnata da un punto di vista politico. Infatti, lo stesso Springsteen ha spiegato “L’ho iniziata quando c’era Bush, ma sta meglio addosso a Trump perché parla di un demagogo e di cosa lega questi personaggi ai loro seguaci. L’ho messa perché mi sembrava adatta alla situazione attuale“.
Il Boss non ha mai nascosto il proprio orientamento politico democratico: secondo lui, alle prossime elezioni Donald Trump non vincerà e finalmente l’America uscirà da un incubo e si ritroverà nuovamente unita. Perché, sempre secondo il rocker, le tensioni dell’ultimo periodo si sono venute a creare a causa di un Presidente incapace di gestire la nazione.
Bruce Springsteen è sostenitore del movimento Black Lives Matter, secondo lui necessario per riaprire il dibattito sui diritti civili per il raggiungimento di un’uguaglianza senza compromessi.
La politica e i diritti sono temi cari a Springsteen, che a 71 anni torna per raccontare la sua visione del mondo: un ex ragazzo della working class che non ha mai dimenticato le proprie origini.