Il cadavere carbonizzato di Domenico Martone, 33 anni, venne scoperto il 30 marzo dello scorso anno nelle campagne di Lettere, in provincia di Napoli.
Il fratello Antonio, 37 anni, è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio premeditato. I giudici hanno riconosciuto l’aggravante dei motivi abietti e della crudeltà.
La corte d’assise di Napoli ha condannato Antonio Martone, 37enne di Sant’Antonio Abate, alla pena dell’ergastolo. L’uomo è accusato di aver ucciso il fratello Domenico, 33 anni, per intascare la polizza vita che lo aveva convinto a stipulare. Il delitto avvenne nelle campagne di Lettere, in provincia di Napoli, il 30 marzo del 2022.
Antonio Martone avrebbe dato alle fiamme il fratello per intascare il premio dell’assicurazione sulla vita, che lui stesso aveva fatto convinto Domenico a stipulare un anno prima del delitto. Il killer aveva attirato il fratello in campagna, dicendogli che li aspettavano due ragazze polacche, lo aveva tramortito, per poi dargli fuoco cospargendolo di benzina quando era ancora in vita.
L’identità del corpo senza vita di Domenico Martone era stata accertata immediatamente dai militari dell’Arma, che a poche decine di metri dal luogo del delitto avevano trovato l’auto del giovane operaio e all’interno della vettura il suo Green Pass.
Domenico Martone lavorava come operaio. Aveva una vita tranquilla, nessun precedente penale, nulla che facesse pensare quindi a un regolamento di conti o a qualche astio con altre persone.
Grazie alle telecamere di sorveglianza poste nella zona di Lettere, i carabinieri appurarono che il fratello maggiore della vittima si trovava sul luogo del delitto in un orario compatibile con l’omicidio.
Dopo il delitto, Antonio Martone si sarebbe allontanato a piedi dalle campagne in cui aveva dato fuoco al fratello.
Sull’imputato pende l’accusa di omicidio premeditato, con l’aggravante dei motivi abietti – per aver commesso i fatti per intascare l’indennizzo della polizza assicurativa – e della crudeltà, per aver dato fuoco a Domenico mentre era ancora vivo. Un anno fa era stato proprio il killer a convincere il fratello minore a stipulare la polizza assicurativa sulla vita.
Uccidendolo, avrebbe intascato un indennizzo di ben 300mila euro, con cui probabilmente sarebbe fuggito all’estero. Antonio Martone all’epoca aveva una relazione con una donna che viveva fuori dall’Italia e, secondo gli inquirenti, il pericolo di fuga era più che plausibile. Di professione marittimo, Antonio Martone non aveva precedenti penali.
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