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Bruno Vespa scrive ai consiglieri Rai per dire no al taglio dei compensi fatto contro specifiche persone. L’approvazione del ‘tetto’ risale ad aprile 2017, quando il cda Rai ha approvato un limite massimo di 240mila euro annui per dipendenti quali manager, collaboratori e consulenti, ma anche per artisti e giornalisti. In Rai ci sono però circa una quarantina di dipendenti che superano il tetto, alcuni dei quali si sono rivolti all’Avvocatura dello Stato che ha espresso forti dubbi sull’applicabilità di una soglia al compenso dell’artista, e anche il governo ha escluso tetti di sorta. Oggi uno dei quarantaquattro dipendenti che guadagnano (molto) di più, appunto il conduttore di Porta a Porta, prende carta e penna e palesa i suoi dubbi.
‘Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle chi è l’artista e chi il giornalista?’. Se lo chiede il conduttore di Porta a Porta, che ha scritto – via Repubblica – una lettera aperta ai consiglieri della Rai per chiedere che nell’applicazione dell’eventuale tetto agli stipendi Rai non ci siano norme contra personam.
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Tetto ai compensi Rai: storia di una legge travagliata
In realtà, prima ancora dell’approvazione del tetto fatta dai consiglieri della Rai, l’avvocatura di Stato aveva espresso perplessità sul limite di 240.000 euro lordi fissato dalla legge sull’editoria approvata nel 2016 (per quanto riguarda gli artisti), mentre il dg Antonio Campo Dall’Orto aveva sottolineato come questo potesse essere superato ‘solo in presenza di forti segnali esterni’ (dei quali non aveva precisato l’origine). Il governo, alla fine, aveva lanciato segnali cerchio-bottisti, escludendo dal tetto gli artisti (pagabili a prezzo di mercato) ma non i giornalisti.
Bruno Vespa scrive al cda Rai: ‘Tetto non sia contro qualcuno’
È per questo che Bruno Vespa scrive ai consiglieri Rai, per chiedere che non ci siano norme contra personam nell’applicazione del tetto, nello specifico per quanto riguarda la differenza tra artisti e giornalisti. Il giornalista e conduttore di Porta a Porta ricorda la norma del 2007 (citata dall’Avvocatura) che esonera dai tetti le prestazioni professionali e artistiche e ricorda che la Rai ha stipulato – anche con alcuni giornalisti, lui incluso – contratti artistici che prevedono il versamento di contributi all’Enpals e agli enti previdenziali che l’hanno sostituito.
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Da non dimenticare che, se Porta a Porta fosse riconosciuto come programma esclusivamente giornalistico, verrebbero mutati in giornalistici tutti i contratti dei collaboratori. Anche per questo, Vespa si dice fiducioso che la decisione sul tetto dei compensi ‘avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso, allontanando il sospetto che si voglia immaginare qualche norma contra personam, inaccettabile sotto ogni profilo’.