Attentato fallito a Bruxelles. Martedì sera un terrorista, con addosso una cintura esplosiva, è stato ucciso alla stazione centrale della capitale belga prima che riuscisse a fare strage. Tanta paura ma per fortuna non si registrano né feriti né vittime.
È successo tutto verso le 21 alla stazione Gare Central di Bruxelles. Il kamikaze aveva con sé una cintura esplosiva e un trolley. Gli artificieri hanno fatto brillare la carica esplosiva controllata per neutralizzare la cintura indossata.
«Ha gridato Allah Akbar e poi abbiamo sentito l’esplosione, avvenuta al mezzanino. Il mio collega ha pensato ad una bomba. L’uomo avrà avuto sui 35 anni», ha detto il capostazione Jean-Michel Michel alla Derniere Heure.
Dopo il fallito attentato a Bruxelles sono state chiuse ed evacuate la stazione Gare Central e la Grand Place, nonché le strade adiacenti e, per qualche ora, la metropolitana.
Bruxelles è piombata così nel ricordo, terrorizzato, delle bombe del 22 marzo di un anno fa all’aeroporto di Zaventem e nella metropolitana di Maelbeek.
Fallito attentato a Bruxelles, chi è l’attentatore
Il cadavere dell’attentatore di Bruxelles è stato portato via dalla stazione centrale solo alle 6.15 di mercoledì mattina, con un carro mortuario. Sei ore dopo essere stato dichiarato morto, dopo essere stato neutralizzato dalla polizia che ha evitato così l’ennesima strage. «Aveva una bomba piena di chiodi per fare più vittime», dichiarano gli agenti.
L’identità del terrorista non è ancora stata ufficializzata, anche se la polizia conosce l’autore dell’attentato fallito di Bruxelles. Veniva anche lui, come altri terroristi dell’Isis, dal quartiere musulmano di Molenbeek. «L’attentatore voleva far esplodere una potente bomba, ma alla fine c’è stata solo una piccola esplosione», dichiara il ministro degli Interni belga Jan Jambon.
Fallito attentato a Bruxelles, presenti studenti italiani
Questa la testimonianza di alcuni studenti italiani provenienti dal Molise, attesi mercoledì in Parlamento europeo per una visita: «Siamo arrivati nel primo pomeriggio e domani abbiamo appuntamento al Parlamento europeo. Alcuni ragazzi si sono messi a piangere e i genitori sono stati tutti rassicurati telefonicamente. Stiamo bene ma abbiamo avuto tanta paura».