Non è ancora finita la caccia all’uomo a Bruxelles: sono ancora in fuga i due terroristi scampati al blitz di martedì 15 marzo, quando un’operazione antiterrorismo seguita da diverse sparatorie ha tenuto sotto scacco un intero quartiere a sud della capitale. Il bilancio è di un jihadista morto e due uomini in fuga. La procura belga ha diffuso i loro identikit: si tratterebbe di Khalid El Bakraoui e Ibrahim El Bakraoui. Nel covo dei terroristi sono stati trovati una bandiera dell’Isis e le impronte digitali dei kamikaze di Parigi, tra cui il super ricercato Salah Abdeslam. Ripercorriamo quanto accaduto.
L’allerta terrorismo in Belgio è alta dagli attentati di Parigi dello scorso novembre, preparati proprio in questo Paese, rifugio di simpatizzanti dell’Isis e foreign fighters. Proprio a Bruxelles si era rifugiato Salah Abdeslam, uno dei terroristi del commando del Bataclan, ancora ricercato.
Cosa è successo a Bruxelles martedì 15 marzo
Il blitz della polizia, legato agli attacchi in Francia, è scattato martedì 15 marzo a Forest, cittadina a sud della capitale belga di 50mila abitanti. Un posto tranquillo: né agiato, né degradato. Uno come tanti. L’attenzione degli agenti si è concentrata su un appartamento in Rue de Dries. Gli agenti si aspettavano di trovare l’appartamento vuoto, invece sono stati accolti da una raffica di kalashnikov. Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha spiegato che l’operazione “è avvenuta nel contesto di un raid, in cui un team formato da poliziotti belgi e francesi è intervenuto ed è stato bersagliato da colpi di arma da fuoco automatica”.
È scattato così l’allarme, nel giorno in cui a Berlino un’auto è stata fatto fatta esplodere, facendo temere un attentato terroristico, e l’aeroporto di Hannover, sempre in Germania, è stato chiuso per un allarme bomba. La zona è stata chiusa al pubblico e al traffico. Verso le 18 la seconda sparatoria in cui è stato ucciso un sospetto. Quattro i poliziotti feriti: due sono stati già dimessi, gli altri sono in ospedale ma non in gravi condizioni. La polizia parla di due uomini in fuga. Il quartiere è rimasto sotto assedio fino alle 19.30, con centinaia di bambini chiusi a scuola. Sono stati evacuati solo in serata.
Bandiera Isis nel covo dei terroristi
La caccia all’uomo va avanti nella giornata di mercoledì 16 marzo, quando vengono scoperte le identità dei terroristi. Quello ucciso nel blitz di martedì è Mohamed Belkahid, algerino clandestino di 27 anni. Secondo gli inquirenti è lui il proprietario dell’appartamento di Charleroi usato come base organizzativa degli attentati di Parigi. I due uomini in fuga sarebbero invece due fratelli legati all’Isis, Khalid e Ibrahim El Bakraoui, 27 e 30 anni. La Procura ha smentito la notizia data in mattinata dai media belgi secondo cui erano stati arrestati. Si è trattato infatti di altre due persone, poi rilasciate. “Ci saranno altri blitz”, annunciano gli agenti. Nel covo di Rue de Dries sono stati trovati una bandiera dell’Isis, un libro sul salafismo, un kalashnikov, undici caricatori. A riprova che ci fossero all’interno persone legate agli attacchi di Parigi, la polizia scientifica ha trovato le impronte digitali di Bilal Hadfi, il kamikaze dello Stade de France, e Abdellahmid Abbaoud, mente della strage. E mentre a Bruxelles è ancora allarme, a Parigi sono state arrestate quattro persone che stavano preparando un attentato imminente nella capitale francese.
Gli identikit dei ricercati
Giovedì la polizia belga ha diffuso gli identikit dei ricercati, Khalid e Ibrahim El Bakraoui. Non c’è tuttavia la totale certezza che siano loro, la Procura lascia un margine di dubbio. I media belgi riportano i precedenti penali dei due: nel 2010 Ibrahim è stato condannato a nove anni per una rapina culminata con una sparatoria con la polizia. Anche in quel caso aveva usato un kalashnikov. Nel 2011 il fratello Khalid è stato invece condannato a cinque anni per due furti d’auto, con minaccia e aggressione ai proprietari.
‘Tracce di Salah Abdeslam nel covo’
“Salah Abdeslam era nel covo di rue de Dries, e potrebbe essere uno dei due terroristi in fuga”. La notizia, diffusa venerdì dai media belgi, è stata in parte confermata dal portavoce della procura antiterrorismo di Bruxelles: “Confermiamo che le impronte di Salah Abdeslam sono state trovate nell’appartamento di Forest”. Non viene confermato invece che sia lui uno dei terroristi in fuga: se così fosse, o i fuggitivi sono tre, oppure non possono essere entrambi i fratelli El Bakaroui, di cui la procura giovedì ha diffuso gli identikit.