Il problema delle buche stradali ha raggiunto dimensioni molto preoccupanti. Tra l’altro non sono solo le città italiane a soffrirne: Regno Unito e Stati Uniti, insieme a parecchi altri, hanno le loro belle voragini un po’ dappertutto. Tornando a casa nostra, Roma è una delle città messe peggio, considerando popolazione, estensione territoriale e importanza generale. Ora arriva una nuova soluzione.
Le strade a grande viabilità della capitale sono circa 8.000 (c’è una ragione se esiste il proverbio “tutte le strade portano a Roma”). Tra i mille problemi in cui si dibatte l’amministrazione comunale commissariata mentre attende le elezioni c’è anche quello della manutenzione, praticamente ferma.
Per chi, commissario o sindaco, prima o poi deciderà di riprendere i lavori, viene messo a disposizione uno strumento in più. E’ stata infatti presentata la “macchina tappabuche“. Si tratta di un’attrezzatura messa a punto dalla società Combicons e dalla compagnia petrolifera TotalErg, nella sua divisione bitumi.
A grandi linee funziona così: un getto d’aria ad alta pressione rimuove detriti e polveri dal manto stradale; poi sulla superficie da trattare viene applicata una speciale miscela; quindi una graniglia fine completa il processo; a questo punto si livella l’asfalto e la viabilità può essere ripristinata.
Questa procedura consente d’intervenire rapidamente ed economicamente nelle situazioni in cui non è possibile rifare completamente il manto stradale, per varie ragioni.
Ma l’ultima parola spetta sempre alle amministrazioni locali, e alla loro capacità o volontà di finanziare e far eseguire i lavori necessari. Le entrate dal mondo dell’auto non mancano di certo.