Bulimia: quali sono le cause psicologiche e come guarire? Si tratta di un disturbo del comportamento alimentare che consiste nell’effettuare delle vere e proprie abbuffate seguite di solito da un comportamento di compensazione, come il vomito autoindotto. Il soggetto mangia una grande quantità di cibo, solitamente di nascosto, e successivamente tenta di annullarne gli effetti, come l’aumento di peso e il senso di colpa, vomitando o assumendo lassativi o diuretici. Questi atteggiamenti, comunque, possono variare notevolmente da paziente a paziente.
Le cause psicologiche
Le cause psicologiche della bulimia possono essere rapportate ad alcuni fattori che predispongono l’individuo al disturbo. Sicuramente alla base di questo problema può esserci una bassa autostima, collegata ad un’incapacità di gestire in modo concreto le emozioni. Mangiare di nascosto cibi con un elevato contenuto calorico può essere un modo per cercare di ridurre lo stress o l’ansia. Il vomito rappresenta poi la volontà di rimediare al fallimento dell’abbuffata.
Un’altra causa può essere rintracciata nell’immagine di un corpo magro che spesso ci propongono i mezzi di comunicazione. Chi soffre di bulimia può farsi un’idea sbagliata dei propri ideali e può sentirsi insoddisfatto di se stesso. I soggetti che hanno questo disturbo, inoltre, potrebbero essere soggetti a degli standard di perfezionismo molto duri, dai quali tentano di uscire proprio con le abbuffate. Altre cause possono consistere in traumi fisici e psicologici o in vicende personali negative, che condizionano pesantemente la vita di un individuo (come perdita del lavoro, cambiamenti di vita, lutti in famiglia).
Come guarire
Guarire dalla bulimia è possibile. Effettuare un intervento tempestivo può essere utile per una maggiore efficacia della terapia. Inoltre dovrebbero essere presenti una buona motivazione da parte del soggetto che soffre del disturbo e una certa consapevolezza del problema stesso. Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, esistono dei centri appositi e degli specialisti che sanno come trovare una soluzione. Un percorso di guarigione, comunque, implica anche il sostegno da parte di familiari e amici e richiede molta pazienza.
Naturalmente è necessaria una terapia psicologica o psichiatrica, che può essere individuale o di gruppo, ma il professionista, tenendo conto anche dei fattori scatenanti in modo soggettivo, può mettere in atto anche una terapia nutrizionale, capace di portare l’individuo a diminuire le abbuffate riscoprendo il gusto degli alimenti. Non tutti gli specialisti sono d’accordo sulla somministrazione di farmaci per curare il disturbo. Una parte della medicina impiega soprattutto gli antidepressivi, per combattere la depressione a volte presente, ma sarà compito del medico agire individuando tutte le peculiarità del caso specifico. Se il soggetto collabora attivamente, con grande forza d’animo e con il sostegno di chi gli sta vicino, è più semplice sconfiggere la patologia.
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