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Il quotidiano tedesco “The Tagesspiegel” è stato inondato di racconti di episodi di violenza scolastica e di bullismo dopo aver lanciato un appello ai suoi lettori per fare luce su un fenomeno sempre più dilagante. Tra le risposte spicca quella di una mamma che vive a Berlino e che ha raccontato che il figlio è stato preso di mira dai bulli, insultato, maltrattato, picchiato e preso a calci perché è tedesco. Nella scuola frequentata dal figlio, ammette, ci sono principalmente ragazzini le cui famiglie hanno un passato migratorio.
”La maggior parte sono musulmani”, racconta una mamma, ”il nostro è un quartiere multiculturale, ma è stato proprio nostro figlio a essere bullizzato dai migranti. Gli altri lo prendono in giro, lo chiamano ‘maiale’, ‘maiale tedesco’, ‘patata tedesca’.
”A noi piace vivere in questo quartiere – prosegue la mamma – abbiamo una cerchia eterogenea di amici. Ma nostro figlio è stato vittima di bullismo, è stato aggredito con la scusa che mangia carne di maiale, ma questo è assurdo, è semplicemente insopportabile per noi. Non ne mangia nemmeno, siamo vegetariani!”, sottolinea.
E il racconto prosegue: ”Oltre agli innumerevoli insulti che deve ascoltare ogni giorno, nostro figlio è stato buttato giù da una scala e picchiato più volte nel cortile della scuola, a volte di fronte all’insegnante. È stato prelevato da scuola dall’ambulanza più di una volta”, denuncia la mamma del ragazzo.
Il ragazzo una volta è rimasto in ospedale per un intero fine settimana perché un compagno di classe lo aveva preso a calci nello stomaco e non era chiaro se qualche organo fosse stato interessato da traumi importanti. “Ci sono stati sei ”incidenti” finora in appena un anno. Non vogliamo più sopportare questo”, ha ribadito la mamma esasperata che ha visto il figlio necessitare di cure psicologiche dopo tutte le aggressioni subite dai compagni.
Ma possibile che nessuno punisca gli autori? ”A malapena ricevono ammonizioni verbali, perché sono minorenni, e lo sanno, tanto che una volta, dopo aver attaccato mio figlio, un bullo mi ha detto: ‘Denunciami, non ho ancora 14 anni!”.
La mamma conclude: “C’è un clima di violenza nella scuola, e alcuni insegnanti non osano nemmeno guardare negli occhi alcuni studenti per paura delle ritorsioni”.
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