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Un atto di bullismo contro un 13enne disabile a Bagno a Ripoli, provincia di Firenze, per fortuna, ha avuto una sorta di lieto fine. A raccontarlo è stata la mamma della vittima con un post su Facebook. Tutto ha avuto inizio il 21 ottobre quando O., affetto dalla sindrome di Down, ha raccontato quanto gli era accaduto negli spogliatoi della società calcistica dove tre compagni di squadra, tutti coetanei, l’avevano costretto a mangiare la merenda, un pezzo di schiacciata, dopo averla gettata nella doccia. In suo soccorso è però intervenuto un amico che lo ha difeso. “Sei fortunato che ci sono più amici che vogliono ridere con te che non di te”, ha raccontato la mamma in un post su Facebook, ripreso anche dal sindaco della cittadina, Francesco Casini. Col passare dei giorni, ci sono stati dei chiarimenti e i bulli hanno chiesto scusa, come ha raccontato lo stesso primo cittadino.
Il brutto gesto di bullismo rimane, ma quello che poteva essere l’ennesimo caso di violenza tra ragazzi impunita, anche e soprattutto per colpa degli adulti, si è trasformato in una storia a lieto fine, che ha insegnato più ai bulli che alla vittima e a suoi amici.
“La risposta ai tre compagni di squadra che negli spogliatoi di calcio ti hanno fatto lo scherzo orribile, anzi un vero atto di bullismo, è la tua faccia, amore mio”, scrive la mamma del 13enne che ha voluto ringraziare l’amico per non essersi tirato indietro e aver difeso il figlio contro quei ragazzi che pensavano di fargli del male.
“Cambiamo questo mondo. Tu hai tanti amici che, a differenza di quei tre, ti vogliono bene perché sei tu. Non per pietà o per fare una buona azione”, continua il post.
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La mamma ha poi avuto una lunga conversazione al telefono col sindaco che ha espresso la solidarietà di tutta la comunità, incontrando il figlio e l’amico che ha tentato di difenderlo.
La vicenda ha avuto anche dei risvolti positivi. I tre ragazzi sono stati sospesi dalla prima squadra per un mese e soprattutto sono andati a chiedergli scusa, con i genitori che si sono mostrati molto dispiaciuti. “Lui era anche un po’ imbarazzato, li ha perdonati. Sono convinta che tra loro nascerà una forte e salda amicizia”, ha confessato la mamma a Repubblica.
In questo caso, l’atto di bullismo si è trasformato in una lezione per i bulli che, si spera, hanno compreso la gravità della loro azione. “Ripartiamo da qui, tutti insieme. Dalla forza di una mamma e di suo figlio e dalla lezione dei ragazzi. Di chi non è rimasto indifferente, di chi ha perdonato e di chi ha capito di aver sbagliato. Perché anche per chiedere scusa ci vuole coraggio. Orgoglioso della nostra comunità”, è la chiosa del sindaco.
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