Tra le misure di sostegno alle famiglie messe in difficoltà dall’ondata pandemica di Covid-19, il decreto Ristori ter varato dal Governo rinnova i buoni spesa, come già durante la primavera scorsa.
Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sarà finanziato grazie ad un fondo di 400 milioni di euro.
Il contributo economico potrà essere speso dagli aventi diritto per l’acquisto di generi alimentari, farmaci e altri beni di prima necessità.
Una volta approvato, il buono spesa sarà erogato direttamente dai Comuni (sulla base della nota di indirizzo dell’Anci dello scorso marzo, che definiscono i criteri di attribuzione del buono spesa e gli aventi diritto), con un contributo che potrà variare da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro.
Per capire se si ha diritto di richiedere i buoni spesa, quindi, bisognerà fare riferimento al Comune di residenza, per conoscere i dettagli specifici e come fare domanda.
Ogni Comune, quindi, sarà obbligato a pubblicare, sul proprio sito web, la procedura di erogazione dei buoni e i destinatari della misura.
Devono anche essere resi disponibili moduli di autocertificazione per segnalare, in sede di richiesta, la numerosità del nucleo familiare e l’eventuale adesione ad altre forme di sostegno, come il reddito di cittadinanza.
La manovra del Governo prevede che il buono spesa venga assegnato con priorità ai non assegnatari di altro sostegno pubblico: RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale.
Per quello che riguarda le condizioni di richiesta, fermo restando che i Comuni dovranno fornire indicazioni più puntuali, i criteri specificati in Gazzetta sono: residenza presso il Comune, numero di persone all’interno del proprio nucleo familiare, patrimonio immobiliare (casa con mutuo, affitto, senza casa), liquidità sul conto corrente, reddito dei componenti della famiglia e la loro situazione lavorativa, ISEE familiare e interventi economici pubblici percepiti.
In generale, può essere presentata una sola domanda per nucleo familiare e ogni Comune stabilisce una data di scadenza entro la quale fare richiesta.
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