In Burkina Faso è stato liberato Kenneth Elliot, un medico australiano di 88 anni rapito sette anni fa dai jihadisti
Un medico australiano di 88 anni, Arthur Kenneth Elliott, è stato liberato sette anni dopo essere stato rapito dai jihadisti in Burkina Faso. Lo ha annunciato oggi il governo australiano.
Il medico e la moglie Jocelyn erano stati rapiti da terroristi vicini ad Al-Qaeda nel gennaio 2016. La moglie era stata rilasciata il mese successivo.
Il medico ha fatto rientro nella sua abitazione nella serata di ieri sera. Il ministro degli Esteri australiani Penny Wong ha dichiarato alla stampa “Il dottor Elliott è al sicuro”.
Era il gennaio 2016 quando Kenneth Elliott e la moglie Jocelyn venivano rapiti mentre si trovavano nella clinica di Djibo, nei pressi di Soum, a nord del Burkina Faso. I due, impegnati da anni in missioni umanitarie in favore delle popolazioni della provincia di Soum e dei villaggi al confine con il Mali ed il Niger, vivevano nel paese africano dal lontano 1972.
Pochi giorni dopo, il rapimento fu rivendicato da Ansar Dine, gruppo jihadista dell’ex leader ribelle Iyad Ag Ghaly, di origine maliana e appartenente al gruppo etnico dei Tuareg, ora al vertice del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (JNIM).
Il rapimento si consumò nella città di Djibo, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016, nell’ambito di un’azione legata agli attentati di Ouagadougou. Nel corso della notte, i terroristi spararono nelle caffetterie, nei locali e negli hotel che si trovavano lungo il viale Kwame Nkrumah, il cuore della vita notturna della capitale Ouagadougou. Il bilancio fu di 30 morti e 71 feriti.
Quei terribili eventi misero in luce l’estrema fragilità del Burkina Faso dinanzi alla follia omicida dei gruppi di jihadisti che, dalla caduta del regime di Gheddafi nel 2011, dominavano sostanzialmente l’intera area sahelo-sahariana, avendo come centro la zona nord del Mali.
Jocelyn Elliot era stata liberata dopo un mese di detenzione. Era stata consegnata alle autorità nigeriane.
Dopo anni di attesa e silenzi, il 22 maggio 2020 la donna aveva rivolto un accorato appello ai rapitori con un video.
Gli appelli sono arrivati anche da diverse organizzazioni della società civile di Soum. “Abbiamo chiesto audizioni. Abbiamo inviato corrispondenza ma non abbiamo ricevuto alcun feedback sulla situazione del dottor Elliott “ Questo quanto dichiarato da Oumarou Tao, un membro del collettivo.
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