Alcuni lavoratori potrebbero vedere aumenti in busta paga per 108 euro in più ogni mese. Vediamo a chi e perché.
Per poter comprendere gli aumenti in busta paga, bisogna fare riferimento a delle simulazioni per fascia di reddito.
Gli aumenti in busta paga previsti per il 2023 sono dovuti al cuneo fiscale ma anche al nuovo Decreto per il lavoro. Stando ai calcoli effettuati da parte dei consulenti del lavoro, ci saranno degli sgravi contributivi che consentiranno ad alcuni lavoratori di ottenere, ogni mese, in busta paga 108 euro in più. Tale aumento, però, sarà presente per retribuzioni comprese tra i 25 mila ed i 35 mila euro annui.
Inoltre, ci sono delle novità relative al nuovo Decreto Lavoro che darà un taglio nuovo e più pesante al cuneo fiscale. Si parla di un taglio pari a 4 punti che permetterebbe di colpire anche il 7%, per chi ha dei redditi bassi. Si tratta di una riduzione che potrebbe entrare in vigore dal mese di luglio 2023 e durare fino al mese di dicembre 2023. Ad essere interessate le buste paga che arrivano fino a 2692 euro (6%). Il taglio del cuneo fiscale, invece, arriverà al 7% per una busta paga che arriva ad un massimo di 1923 euro. Sostanzialmente, viene abbattuta la ritenuta contributiva che dovrebbe essere pagata dai lavoratori dipendenti.
La Fondazione studi Consulenti del lavoro ha elaborato delle simulazioni per poter capire quale sarà l’effetto su una busta paga di un lavoratore dell’applicazione di queste nuove percentuali.
Sostanzialmente, si avrà una riduzione dei contributi che potrà arrivare, per chi percepisce uno stipendio di 2692 euro mensili, di circa 108 euro. Si tratta di una soglia massima per poter approfittare dell’agevolazione.
Mano a mano che si andrà a scalare, con importi inferiori in busta paga, si avrà un risparmio in proporzione. Si avrà, dunque, che se in busta paga si percepiscono 1500 euro al mese, il risparmio sarà di 60 euro mentre nel 2022 erano 75, per effetto anche della legge di Bilancio 2023.
Chi percepisce uno stipendio mensile di 1000 euro, avrà una riduzione di 40 euro, rispetto ai 50 euro del 2022.
Chi percepisce uno stipendio che non superi i 1923 euro al mese, potrà approfittare della riduzione massima che riguarda il 7%. Otterrà, infatti, una riduzione minima di 80 euro che nel 2022 era, invece, di 96.
Stando a quanto affermato dall’esperto della Fondazione studi Giuseppe Buscema, l’intervento messo in atto dal governo è di grande rilievo. L’aliquota contributiva, infatti, oscillava di solito tra il 9 ed il 10%.
Con il decreto Calderone, invece, le aliquote che si possono applicare in busta paga non supereranno il 2%. Ciò sarà valido per chi percepisce stipendi fino a 1923 euro al mese. L’aliquota sfiorerà il 3% per chi, invece, percepisce uno stipendio fino a 2692 euro.
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