In busta paga, alcuni lavoratori, potrebbero trovare una voce che, in realtà, ignorano. Vediamo di cosa si tratta.
La voce sottovalutata in busta paga potrebbe far sì che al lavoratore spettino dei soldi extra che non sapeva di dover ricevere.
Nel nostro paese, quando bisogna certificare il lavoro dipendente, bisogna compilare il cedolino paga altrimenti chiamato busta paga. Quest’ultima rappresenta un documento su carta compilato alla fine di ogni mese in cui la persona ha lavorato. La compilazione avviene ad opera del datore di lavoro. Sarà sua cura, poi, inviare una copia della busta paga al lavoratore. Si tratta di un documento di fondamentale importanza poiché attesta il rapporto di lavoro che intercorre tra datore di lavoro e chi, appunto, quel lavoro lo svolge.
Quando un lavoratore riceve la busta paga, spesso si limita a leggere soltanto alcune voci. Tra queste spicca quella delle ore lavorate oppure dell’importo netto che riceverà sul conto corrente. Tuttavia, ci sono anche altre importanti informazioni che dovrebbero essere lette con attenzione e non sottovalutate. Lo scopo di una lettura approfondita della busta paga, è quella di non ricevere brutte sorprese a fine mese. Vediamo di seguito una voce che spesso viene trascurata.
La lettura attenta della busta paga è di fondamentale importanza per comprendere se il proprio capo sta rispettando la legge e i diritti di chi sta lavorando. All’interno del documento, ciascuna voce è evidenziata in modo molto preciso. In cima, ci sono tutti i dati relativi all’anagrafica del datore di lavoro tra cui nome e cognome. Poi, ci sono quelli del lavoratore e la data in cui è stato assunto. Nella busta paga è inserita anche la data eventuale in cui il rapporto di lavoro dovrebbe chiudersi. Sono indicate anche le qualifiche assolte dal lavoratore, il suo livello e gli scatti di anzianità eventuali. Fin qui, niente di nuovo poiché si tratta di informazioni che sono inserite in tutti i cedolini.
Al centro del documento, si trovano le voci relative allo stipendio e quindi le ore effettivamente lavorate, gli straordinari e i giorni di ferie che sono stati presi, gli eventuali anticipi sul trattamento di fine rapporto, i permessi e i possibili premi ottenuti per la produttività.
La terza parte è quella che, invece, viene spesso sottovalutata. Invece, è proprio lì che sono presenti le voci a cui sarebbe necessario fare più attenzione. E’ una sezione del cedolino che potrebbe rivelarsi particolarmente difficile da leggere per la maggior parte dei lavoratori dipendenti.
In questa parte sono contenuti gli importi lordi, al netto del mese. Vengono, poi, inserite alcune voci che riguardano i dati sia previdenziali che fiscali. Un’esempio è l’imposta Irpef ma anche le detrazioni addizionali eventuali che vanno pagate. Un’altra voce importante, riguarda i contributi che il datore di lavoro versa per il lavoratore. Una voce da non trascurare. Proprio sui contributi si baserà, infatti, il calcolo della pensione.
Infine, ci sono le voci relative al TFR o liquidazione. Essa costituisce una somma che spetta al lavoratore quando smetterà di lavorare per un motivo qualunque. In busta paga sarà indicato l’importo lordo annuo del TFR, dato dalla addizione di tutti gli stipendi lordi percepiti diviso 13,5 e l’imponibile TFR dato somma di tutte le quote maturate. Sono queste le due voci da tenere sempre d’occhio perché, appunto, potrebbero riguardare i soldi che si percepiscono alla fine del rapporto di lavoro.
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