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Un secolo di indiscriminata caccia all’avorio ha prodotto numeri impressionanti: le popolazioni di elefanti e rinoceronti sono state decimate dai bracconieri avidi delle zanne e dei corni degli animali, portando quasi all’estinzione di queste specie. Tuttavia il 2016 porta anche qualche buona notizia: questi animali stanno tornando a ripopolare l’Africa dopo anni in cui il segno negativo è stata una triste costante. Un indice che il mercato dell’avorio sia entrato in crisi? Una risposta in tal senso non è facile da formulare, ma proviamo ad analizzare più da vicino un fenomeno che produce un volume d’affari da capogiro, e contro cui si sono rivelate inefficaci, quando non addirittura controproducenti, le contromisure messe in campo da governi e attivisti anti-avorio.
Definito oro bianco, l’avorio continua a far gola a causa delle continue richieste provenienti soprattutto dal mercato asiatico: richieste che si sono trasformate in un eccidio per queste specie animali, nonostante siano dichiarate protette da decenni.
Elefanti e rinoceronti: i numeri della strage
All’inizio del Novecento vi erano 8 milioni di elefanti circa in Africa, oggi 500mila, così come la popolazione dei rinoceronti è scesa da 500mila a 23mila esemplari: nel solo 2015 sono stati uccisi 1305 rinoceronti, una delle specie che oggi è a maggior rischio estinzione, e non va molto meglio agli elefanti, dove si calcola che ogni anno vengano uccisi tra i 20mila e i 35mila esemplari. Nonostante i continui e ripetuti gridi d’allarme, le denunce da parte di associazioni ed attivisti, il bracconaggio continua fiorente, in virtù di un business che non accenna a tramontare.
Il mercato dell’avorio: numeri del business
In Asia la richiesta di avorio è molto elevata, per via anche di credenze mediche dure a scomparire: Cina, Hong Kong e Thailandia sono i mercati più fiorenti, su cui piovono ogni anno svariate tonnellate del prezioso materiale. L’avorio frutta al singolo bracconiere 800 dollari a pezzo, che diventano circa 18mila per il commerciante che li acquista per lavorali, fino a quando il prodotto finito raggiunge il prezzo incredibile di 60mila dollari. Ufficialmente il commercio dell’avorio è stato dichiarato proibito a livello internazionale dal 1989, ma da allora è sorto un fiorente mercato nero, contro cui le contromisure si sono rivelate alquanto inefficaci.
Fermare il mercato dell’avorio
Quest’anno in Kenya hanno bruciato 105 tonnellate di zanne d’elefante e 1,3 tonnellate di corni di rinoceronte in segno di protesta contro il mercato illegale: non è la prima volta che accade, ma bruciare l’avorio confiscato per fermare i bracconieri si è rivelato controproducente, giacché non ha ottenuto altro esito che aumentare il prezzo di mercato, invogliando ulteriormente i bracconieri, così come i tentativi di regolamentazione si sono rivelati infruttuosi. Anche il taglio preventivo di corna e zanne non ha evitato le uccisioni, poiché i bracconieri hanno comunque agito per prendere i monconi o per ritorsione. L’ultima strategia tentata per arrestare il commercio di oro bianco è stata iniettare del colorante rosa velenoso, ma essendo l’avorio un materiale non poroso non è stato difficile ottenere lo sbiancamento. Tutto è perduto dunque?
Buone notizie dall’Africa
Per fortuna due Paesi africani ci portano buone nuove sul fronte della conservazione di queste due specie perennemente a rischio: in Namibia la popolazione di elefanti è cresciuta del 70 per cento, e si trova anche il 28 per cento del numero complessivo di rinoceronti del continente, mentre in Botswana si trova il maggior numero di elefanti di tutta l’Africa, ben 200mila. Seppur lentamente, qualcosa forse sta cambiando, e sebbene non sia stata trovata una strategia in grado di avversare drasticamente il mercato nero dell’avorio, la notizia di un ripopolamento di elefanti e rinoceronti in Africa è un segnale di speranza contro la barbarie dell’egoismo e dell’avidità umane, un triste leitmotiv quando parliamo del rapporto tra uomini e Natura.
Divieto di vendita negli Usa
Avorio fuorilegge negli Usa: il Presidente Barack Obama ha mantenuto la promessa fatta nel 2015, e alla vigilia della Giornata dell’Ambiente del 2016 è stata approvata la normativa che mette al bando la vendita del prezioso materiale, allo scopo di proteggere la vita degli elefanti africani sterminati ogni anno per approvvigionare il commercio legale e soprattutto illegale. L’importazione dell’avorio e l’esportazione della materia prima non lavorata in realtà erano già da diversi anni vietati negli Usa, ma la nuova legge si focalizza sulla possibilità di vendere zanne e oggetti di avorio all’interno del Paese, cosa che da oggi non sarà più consentita. Una richiesta che da anni avanzavano le associazioni animaliste, e ora si spera che la legge possafungere da modello per altri Paesi, al fine di bandire per sempre lo sfruttamento criminoso e omicida di elefanti e rinoceronti.