FOTO DI DAVE BEZAIRE DA FLICKR.COM
Sul fiume Elvo, nei pressi di Biella, è scoppiata la febbre dell’oro: disoccupati, appassionati e sognatori, tutti a caccia di pepite. Sono in tanti ad avventurarsi alla ricerca delle piccole pagliuzze: basta avere un paio di stivali, una pala e una batea (il piatto utilizzato dai ricercatori), una buona dose di pazienza e un pizzico di fortuna. E’ così che una tradizione del passato torna a essere attuale.
Nel letto del fiume Elvo, il torrente che dal Monte Mars scende fino alle pianure di Vercelli, non è raro trovare pepite anche di dimensioni notevoli: è infatti il corso d’acqua più ricco della zona, tanto che è anche sede dei campionati del mondo di caccia all’oro.
Il presidente dell’associazione locale dei cercatori, Bruno Martini, e il veterano dell’associazione Venerino Pizzoglio (84 anni), hanno confidato al giornalista de La Stampa: ‘Tra i torrenti più auriferi d’Italia, cioè Ticino, Orba, Orco e appunto Elvo, il nostro è quello più ricco e le pepite d’oro hanno dimensioni superiori a tutti gli altri’. La sua fama si è diffusa notevolmente, tanto che ormai non sono più solo gli amatori storici a ricercare l’oro, ma anche intere famiglie, pensionati, giovani disoccupati e sognatori.
Del resto, l’attrezzatura necessaria è alla portata di tutti e la licenza viene offerta a titolo gratuito. Nel corso di un’intera giornata, è possibile racimolare anche una trentina di pagliuzze d’oro! Ma se invece, dovesse andarvi male, avrete sempre trascorso un’intera giornata all’aria aperta, immersi tra le meraviglie della natura.
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