La caccia alle balene in Giappone è illegale. Lo ha deciso la Corte Internazionale di Giustizia de L’Aja. Una vera e propria vittoria per le associazioni animaliste, che si erano battute, per porre fine ad una carneficina senza senso. Greenpeace in particolare si dimostra soddisfatta per la decisione: lo sterminio dei cetacei non ha fini scientifici e di conseguenza viene ritenuto soltanto un’attività commerciale, a cui deve essere posta fine.
La sentenza
La Corte Internazionale de L’Aja ha disposto che venga sospesa la caccia alle balene, arrivando così ad eliminare un contenzioso, che va avanti dal 1988, quando questo tipo di attività era stato dichiarato illegale. Greenpeace da parte sua, che negli anni ha fatto di tutto per ostacolare l’operato del Giappone, ha detto che continuerà a monitorare quanto avverrà, per assicurarsi che Tokyo non trovi altre scappatoie, per aggirare il divieto. Alessandro Giannì, di Greenpeace Italia, è stato molto chiaro su questo punto, chiedendo al Giappone di rispettare il verdetto e di fare in modo che non vengano più portate avanti queste attività che volevano far passare come scientifiche. Da parte di Greenpeace c’è anche l’invito al Giappone ad unirsi ai programmi di ricerca internazionali, per studiare le balene nel loro ecosistema e per creare una rete di aree protette in Antartide.
La posizione del Giappone
Già da tempo la caccia alle balene era stata dichiarata illegale, ma la posizione del Giappone, da questo punto di vista, è stata sempre piuttosto ambigua. Inizialmente Tokyo aveva annunciato che avrebbe rispettato il volere della Corte Internazionale di Giustizia, ma poi si era dimostrato irremovibile sulla questione, basandosi su quella che è una vera e propria tradizione giapponese, che si fonda sul consumo della carne di balena. In realtà nei confronti di questa tradizione molti guardano con un certo sospetto, pur all’interno di posizioni nazionaliste. Ci sono dei pericoli alimentari che non possono essere sottovalutati, perché anche le balene accumulano nel loro corpo i metalli pesanti. Uno studio del 2003 aveva dimostrato che la carne di balena contiene livelli preoccupanti di mercurio, per cui anche il Giappone si era dimostrato a poco a poco diffidente nei confronti di quella che si rivelava un’operazione fallimentare pure dal punto di vista commerciale.
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