La caccia agli uccelli praticata in maniera illegale produce ogni anno 25 milioni di esemplari uccisi nella sola area del Mediterraneo. A rivelare la stima shock di volatili sterminati dagli amanti delle doppiette è l’associazione ambientalista Birdlife International, che ha stilato anche una classifica per Paese, che vede l’Italia al secondo posto nel Mediterraneo e primo tra i Paesi europei, con 5,6 milioni di volatili cacciati illegalmente, superata dal solo Egitto con 5,7 milioni. Nonostante il recente divieto sull’utilizzo dei richiami vivi, appare evidente che devono essere messi in campo molti altri accorgimenti affinché il numero di prede illegali possa drasticamente scendere nel nostro Paese, e in generale in tutta l’area interessata.
A primeggiare in questa triste classifica sono i Paesi dell’area mediterranea al centro di sanguinosi conflitti come Egitto, Siria e Libia, ma il numero di volatili cacciati illegalmente resta estremamente elevato anche nella ‘tranquilla’ Europa, con Cipro, Francia, Croazia e Albania che seguono a ruota il nostro Paese. Inoltre Malta ha la più alta densità di uccisioni, pari a 343 per chilometro quadrato contro le 19 dell’Italia, mentre la città cipriota di Famagosta vanta l’inquietante record di 689mila uccisioni annue. Per tornare al caso Italia, l’area più colpita dalla caccia selvaggia è il Sulcis con 125mila prede, seguita dalla provincia di Brescia e il delta del Po. Birdlife non esita ad attaccare le istituzioni europee, in particolare riguardo la direttiva Uccelli su cui ancora si dibatte all’interno della Commissione Ue, mentre per l’associazione ‘dovrebbe essere implementata meglio, piuttosto che riaperta‘.
Alcune specie un tempo presenti nell’area del Mediterraneo in maniera abbondante oggi sono in declino: le principali vittime della caccia indiscriminata risultano essere il fringuello, la quaglia, la capinera e il tordo bottaccio, eliminati non solo con le doppiette, ma anche con reti e trappole crudeli come colla sui rami per impedire ai volatili la fuga. Già altre associazioni nostrane come la Lipu da tempo chiedono interventi seri da parte delle autorità per limitare fortemente la caccia agli uccelli, e ad essi ora si aggiunge l’analisi di Birdlife che chiede a gran voce che ‘gli sforzi per la conservazione siano aumentati ora, prima che sia troppo tardi‘. I numeri d’altronde parlano chiaro: delle 348 specie di uccelli che fanno rotta sui cieli italiani, il 43 per cento viene cacciato illegalmente in un numero che viene considerato significativo. Oltre a vietare i richiami vivi, un passo comunque importante finalmente raggiunto in sede parlamentare, sono necessari sforzi maggiori per impedire che così tanti esemplari di volatili vengano uccisi ogni anno illegalmente nel nostro Paese.
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