Una nuova stima effettuata ha dimostrato che nelle zone in cui viene utilizzato maggiormente il contante, è maggiore anche l’economia inosservata.
Questo accade soprattutto in Calabria, regione in cui vi è un picco del 21% di utilizzo di contante.
Le scoperte dello studio effettuato
L’Ufficio parlamentare bilancio, noto anche come Upb ha eseguito un’indagine, prendendo in considerazione i dati emersi da Study on the use of cash by households della Bce e della “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” allegata alla Nadef 2019 .
Da queste osservazioni sono emersi dei dati importanti e talvolta anche preoccupanti.
In alcune regioni, come la Calabria e la Campania, viene utilizzato perlopiù il contante e ciò implica la presenza di un’economia non osservata.
In Calabria è emerso che vi è un picco dell’economia del 21%. Tale percentuale equivale al 90% del totale del valore delle transazioni in contante.
In Campania, invece, viene utilizzato il contante per il 20% dei casi e la percentuale del totale si abbassa all’80%.
Con i dati raccolti è stato dimostrato anche che le regioni in cui è maggiormente diffuso l’utilizzo del contante, sono le stesse regioni che si trovano ad effettuare evasione fiscale sull’iva a livelli maggiori.
Differentemente dalla Calabria e in Campania, si oppongono due regioni in cui i dati registrati sono nettamente contrastanti.
In Friuli Venezia Giulia viene utilizzato il contante all’11% e l’economia non osservata va al di sotto del 60%.
Lo stesso vale per la Lombardia e in Emilia Romagna, invece, il contante è utilizzato al 12% con l’economia non osservata al di sotto del 65%.
Quanto incide il cambiamento del tetto al contante
L’ufficio parlamentare del bilancio ha ripercorso quanto pubblicato precedentemente in un documento depositato presso le commissioni di bilancio di Camera e Senato.
Con i diversi provvedimenti legislativi attuati nel corso degli anni, ci sono state modifiche inerenti al limite di utilizzo del contante. Tuttavia con la nuova Manovra ci sono ancora novità in arrivo.
Per l’Upb si tratta di un tetto ancora troppo alto, ragion per cui sarebbe necessario attuare un’ulteriore modifica.
“Rientra generalmente in una più ampia strategia antievasione e antiriciclaggio, contribuendo a un più efficace monitoraggio fiscale e del riciclaggio di denaro di provenienza illecita e, di conseguenza, attraverso questo, a un maggiore coordinamento, su queste tematiche, con le altre autorità europee di settore”.
Ecco quanto sottolineato dall’Upb.