Tragedia nel mondo del calcio: l’honduregno Arnold Peralta è stato infatti trucidato con 11 colpi di arma da fuoco a soli 26 anni in un centro commerciale presso La Ceiba, in patria. Una vera e propria esecuzione dato che tutti i proiettili l’hanno raggiunto al volto e al capo. Perché questo omicidio così brutale di questo centrocampista del Deportivo Olimpia peraltro che era stato appena convocato in nazionale contro Cuba? I motivi sono ancora da chiarire, ma è logico che qualcosa con la malavita deve essere successo.
Il povero Peralta era in procinto di salire sulla propria auto parcheggiata presso il centro commerciale Mall Uniplaza della città atlantica quando è stato raggiunto da alcuni individui che hanno svuotato un intero caricatore sul volto del malcapitato, in pochi secondi e in pubblico, incuranti. Un’esecuzione che ha portato via tutte le belle speranze di un calciatore nel pieno della propria maturità agonistica, tornato in patria dopo un’esperienza ai Glasgow Rangers, ex-capitano della nazionale giovanile e che si apprestava a scendere in campo contro Cuba in nazionale maggiore nella quale aveva debuttato già dal 2011.
Non c’è stato alcun furto e non è stato portato via niente dall’auto o dalle tasche del giocatore, dunque sono da escludere tutte le opzioni relative a una rapina. E allora perché tutta questa violenza? Sei mesi fa il cugino di Peralta, di nome Byron, era stato assassinato in casa da uomini incappucciati con la stessa efferatezza e crudeltà. Il caso era stato archiviato come “rapina”, ma non ha convinto la stampa locale che continua ad avanzare ipotesi. Si rimane in attesa di ulteriori aggiornamenti.