La camorra avrebbe messo le mani non solo su due, ma su ben sei delle partite dell‘Avellino disputate nella stagione 2013-2014. Proseguono le indagini sullo <a href="scandalo delle partite truccate della serie B. Oltre ai due match già accertati sul cui risultato avrebbe influito il clan ‘Vanella Grassi’, sarebbero altre 4 le partite truccate sempre risalenti al maggio 2014. Intanto, il giocatore del Genoa Armando Izzo, finito nel mirino delle indagini, confessa di essere estraneo ai fatti: “Sto vivendo un incubo, però voglio andare avanti e continuare a fare l’unica cosa che so fare: giocare a calcio”.
Gli altri quattro match influenzati dalle mani del clan risalgono sono: Avellino-Cesena, Avellino-Spezia, Avellino-Trapani e Avellino-Padova. Intanto sono in programma, per oggi, i primi interrogatori. Saranno ascoltati Luca Pini e Francesco Millesi: il primo militante nell’Acireale, mentre il secondo ex giocatore, entrambi agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Calcio scommesse serie B, accertata l’influenza del clan su due partite dell’Avellino
I tre giocatori sarebbero state delle pedine volontarie nelle mani del clan camorristico Vanella Grassi per “influire fraudolentemente sui risultati delle partite”, mentre l’ex giocatore dell’Avellino, Maurizio Peccarisi avrebbe avuto un ruolo marginale e l’accusa per lui è di frode sportiva. A incastrare i giocatori, le dichiarazioni date in seguito all’arresto dal capo-clan Antonio Accurso, il quale avrebbe contattato Pini per truccare le partite Modena-Avellino del 17 maggio 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. L’ex giocatore avrebbe poi corrotto Izzo e Millesi. Nelle due gare vengono scommessi 400 mila euro, nella prima il guadagno è di 60 mila euro, nella seconda di 110 mila. Prima dei due match il clan aveva tentato di mettere le mani anche sulla partita Avellino-Trapani, un piano poi saltato dopo il rifiuto di partecipare da parte del giocatore Fabio Pisacane.